Dopo quasi trenta anni dal suo debutto – correva il 1986 – Dylan Dog, il famoso fumetto horror edito dalla Sergio Bonelli si rinnova completamente. Tiziano Sclavi, ideatore del personaggio e sceneggiatore di molte sue storie (tra le quali il mitico numero 1, intitolato “L’alba dei morti viventi”) lascia le redini dell’albo a Roberto Recchioni, classe ’74, fumettista professionista con una lunga carriera alle spalle e da poco nuovo curatore della testata.
Esigenze artistiche ed economiche sono alla base dei cambiamenti in corso: “Tiziano Sclavi ha sentito l’esigenza di dargli nuova vita e rilanciarlo – spiega Recchioni – Dylan Dog è il terzo fumetto più venduto in Italia dopo Tex, sempre edito dalla Bonelli, e Topolino e vorremmo che rimanesse tale”. L’“Old boy” – come è soprannominato dai suoi amici – ha ben rappresentato un’epoca compresa fra la fine degli anni ’80 e inizio ’90 “e per questo motivo ha riscosso un grande successo – prosegue Recchioni – ma è un personaggio rimasto cristallizzato in quel periodo e ora bisogna riportarlo al presente”.
Il noto “indagatore dell’incubo” (questa la professione assai poco remunerativa del protagonista) si rinnova dunque nella veste grafica e nelle ambientazioni. “Prima di tutto c’è un ritratto realistico di Londra ai nostri giorni – afferma il curatore – l’ispettore Bloch va in pensione, ma è tra i nostri personaggi preferiti e sarà comunque attivo nel fumetto con un altro ruolo”. Al posto di Bloch, è subentrato l’ispettore Carpenter: “Personaggio del tutto ostile a Dylan Dog -spiega lo sceneggiatore- perché volevamo alzare il livello di minaccia”. Carpenter è affiancato da una detective di nome Rania Rakim: “è una donna di origini mussulmane – continua Recchioni – Carpenter ritiene Dylan un cialtrone, invece Rania gli fornisce il beneficio del dubbio. A Londra c’è una grande miscela di etnie e Rania è perfetta per rappresentare questo universo variegato”.
Il rilancio di Dylan, ammette Recchioni, ha diviso il popolo dei fan: “C’è una fetta di pubblico restia ad accogliere i cambiamenti, un’altra invece sta rispondendo positivamente a questi cambiamenti. Certamente chi legge il fumetto da circa trent’anni non è solo legato al personaggio, ma ad un’età, quella della sua infanzia: con questo pubblico è difficile vincere la sfida del rilancio perché è una lotta contro la nostalgia”.