Ennesima grandiosa scoperta fra le sabbie d’Egitto. A emergere dalla terra dei faraoni, stavolta, è una piccola piramide che, stando a una prima analisi da parte degli esperti, risalirebbe alla XIII dinastia, databile fra il 1802 e il 1640 a.C., all’incirca 3700 anni fa. Le operazioni di scavo sono in corso nella zona della necropoli situata a Dahshur, nella zona meridionale del Cairo (tra Saqqara e Mazguneh), costruita dal faraone Snefru (sovrano della IV dinastia e padre di Cheope, inumato nella piramide più grande del mondo) come luogo di sepoltura per gli alti funzionari del Regno. A comunicare la scoperta è stato il ministero delle Antichità egiziane, il qual ha fatto sapere come lo stato di conservazione della struttura sia piuttosto buono. Gli archeologi hanno finora rinvenuto una parte dell’accesso al complesso funebre il quale, secondo quanto ipotizzato dagli addetti, potrebbe condurre a ulteriori sale in direzione sud.
Il corridoio
In attesa di ulteriori reperti che, man mano, dovrebbero essere portati alla luce dagli archeologi, sono state diramate le prime immagini del corridoio d’accesso, lastricato da pietre e conducente a una struttura di probabile pianta romboidale, considerata, in virtù di questo, un importante step di passaggio tra le tecniche di costruzione dei monumenti funebri dell’Antico Egitto. Secondo gli studiosi, i dati attuali non permettono di avere indicazioni sufficienti per determinare le dimensioni della piramide. I primi ritrovamenti, tra i quali un blocco di alabastro decorato da geroglifici, possono solo fornire un primo indizio sull’ipotetica struttura architettonica interna del monumento. Il direttore degli scavi, Adel Okasha, ha spiegato come quella venuta alla luce sia solo parte di una struttura estesa in modo ancora indefinibile.
Le ultime scoperte
Una nuova strada di studio che si apre fra i resti della civiltà egiziana la quale, nell’ultimo periodo, ha regalato numerose testimonianze del suo antico splendore: assieme al colosso rinvenuto alla periferia del Cairo circa un mese fa (inizialmente attribuito a Ramses II ma, più probabilmente, raffigurante Psammetico I), è notizia di pochi giorni il recupero di una statua di alabastro che, secondo gli archeologi, dovrebbe raffigurare nientemeno che la nonna del faraone Tutankhamon.
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