Il mondo dell'arte, e l'Italia intera, piange Gillo Dorfles, teorico e critico d'arte da molti definito un “rivoluzionario”, attivo anche come artista, morto quest'oggi nella sua casa a Milano. Nato a Trieste nel 1910, Dorfles avrebbe compiuto 108 anni il 12 aprile. Si era dedicato all'arte dopo essersi laureato in medicina con una specializzazione in psichiatria ed arrivando ad insegnare Estetica nelle Università di Milano, Cagliari e Trieste.
Tra opere d'arte e pubblicazioni
Considerevole il suo contributo allo sviluppo dell'estetica italiana del dopoguerra, a partire dal “Discorso tecnico delle arti”, cui hanno fatto seguito, tra gli altri, “Il divenire delle arti” e “Nuovi riti, nuovi miti”. Nelle sue indagini critiche sull'arte contemporanea, Dorfles si è soffermato ad analizzare l'aspetto socio-antropologico dei fenomeni estetici e culturali, facendo ricorso anche agli strumenti della linguistica. È autore di numerose monografie su artisti di varie epoche (come Bosch, Dürer, Feininger e tanti altri); ha inoltre pubblicato due volumi dedicati all'architettura: “Barocco nell'architettura moderna” e “L'architettura moderna”, nonché un noto saggio “Il disegno industriale e la sua estetica”. Dorfles è stato il primo, già nel 1951, a vedere tendenze barocche nell'arte moderna (il concetto di neobarocco sarà poi concettualizzato nel 1987 da Omar Calabrese) riferendole all'architettura moderna nel libro “Barocco nell'architettura moderna”. Nel 1995 ha contribuito al “Manifesto dell'antilibro”, presentato ad Acquasanta in provincia di Genova, in cui esprime la valenza artistica e comunicativa dell'editoria di qualità e il ruolo del lettore come artista. Nel capoluogo ligure si è occupato anche del lavoro del pittore Claudio Costa. Nel 2003 partecipò alla presentazione del libro “Materia Immateriale, biografia di Claudio Costa”, a cura di Miriam Cristaldi, di cui Dorfles ha scritto la prefazione. Con Castelvecchi ha pubblicato “Horror Pleni. La (in)civiltà del rumore”, in cui ha analizzato come la “scoria massmediatica” dei nostri tempi abbia soppiantato le attività culturali. Nel 2009 ha pubblicato un inedito d'eccezione: “Arte e comunicazione”, in cui mette la teoria alla prova con alcune applicazioni concrete particolarmente rilevanti e problematiche come il cinema, la fotografia, l'architettura. Con la sua ironia Dorfles ha raccolto le prove della sua inconciliabilità con i tempi che corrono. Nel settembre 2010, Comunicarte Edizioni, ha pubblicato “99+1 risposte di Gillo Dorfles” nella collana Carte Comuni. Un'intervista “lunga un secolo” con la quale il critico ripercorre la sua vita e alcuni incontri d'eccezione, da Italo Svevo a Andy Warhol, da Leo Castelli a Leonor Fini. Nel gennaio del 2017 la Triennale di Milano ha ospitato la mostra “Vitriol, disegni di Gillo Dorfles 2016” a cura di Aldo Colonetti e Luigi Sansone. Il nome di Vitriol appartiene a un personaggio fantastico inventato da Dorfles, le cui iniziali stanno al posto di Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem.
Riconoscimenti
Tanti i riconoscimenti ricevuti: Compasso d'oro dell'associazione per il design industriale (Adi), Medaglia d'oro della Triennale, Premio della critica internazionale di Girona, Franklin J. Matchette Prize for Aesthetics. È stato insignito dell'Ambrogino d'oro dalla città di Milano, del Grifo d'Oro di Genova e del San Giusto d'Oro di Trieste. Era anche accademico onorario di Brera e Albertina di Torino, membro dell'Accademia del Disegno di Città del Messico, Fellow della World Academy of Art and Science, dottore honoris causa del Politecnico di Milano e dell'Università Autonoma di Città del Messico. Nell'aprile 2007, l'Università di Palermo gli conferì la laurea honoris causa in Architettura. Il 13 novembre 2012, ricevette dall'Università di Cagliari lo stesso titolo in Lingue moderne.