L’ottantanovenne statunitense Harper Lee, premio pulizer 1961, è tra le scrittrici più importanti del ‘900 grazie al suo unico romanzo edito: “Il buio oltre la siepe”. Questo almeno fino a poco fa visto che ha annunciato la pubblicazione a luglio della sua seconda fatica, a 55 anni distanza dal suo primo capolavoro. Il romanzo si intitolerà “Go set a Watchman” e – anche se scritto precedentemente a Il buio oltre la siepe e poi lasciato chiuso nel cassetto per più di mezzo secolo – sarà il seguito del best seller del 1960 che l’ha resa famosa.
Il buio oltre la siepe tratta della storia dell’avvocato Atticus Finch che difende un nero accusato ingiustamente di violenza su una ragazza bianca nell’Alabama degli anni ’30. La vicenda è raccontata in prima persona attraverso lo sguardo innocente dalla figlia di Atticus, ancora bambina. Il testo valse il Pulitzer all’autrice ma, al tempo stesso, le portò una serie di complicazioni per il suo messaggio antirazzista nell’America segregazionista degli anni ’60. Non a caso all’amica Connie Baggett in tempi recenti aveva confidato: “Un nuovo romanzo? Mai mi sottoporrei alla pressione arrivata dopo il primo. E poi quello che dovevo dire l’ho detto”.
Il titolo originale, To Kill a Mockingbird, letteralmente “uccidere un usignolo” – un animale innocuo poiché non si ciba di granaglie ma di insetti – diventa la metafora della morte del nero Tom Robinson, giudicata altrettanto inutile e ingiusta perché scaturita da pregiudizi xenofobi. Il testo è stato tradotto in oltre 40 lingue, ha venduto 35 milioni di copie (ancora oggi se ne vendono 750 mila l’anno) e negli Stati Uniti contende alla Bibbia il primato di popolarità. Nel 1962 l’omonimo film, diretto da Robert Mulligan, con Gregory Peck nei panni di Atticus, vinse tre premi Oscar.