Dopo i festeggiamenti in grande stile del 2011 per i 150 anni dell’Unità d’Italia giungono puntuali quest’anno quelli per ricordare la breve storia da capitale della città di Firenze che ha avuto inizio nel 1865 quando fu scelta come seconda capitale dopo Torino fino alla breccia di Porta Pia che decretò la fine dello Stato Pontificio e la definitiva consacrazione di Roma quale sede del governo del Regno d’Italia. La scelta di Firenze come nuova capitale aveva una serie di implicazioni politiche complesse, una tra tutte la mancata centralità di Torino rispetto al nuovo assetto territoriale italiano e alla necessità di portare la capitale più vicina alle regioni del sud.
L’Ente Cassa di Risparmio di Firenze partecipa alle manifestazioni promuovendo un nutrito programma di eventi (sono 25) riuniti in un apposito progetto MOTU PROPRIO denominato‘L’Ente per Firenze Capitale’ con un logo ad hoc ideato da Miriam Frescura. Queste celebrazioni si affiancano a quelle promosse da un Comitato che ha lo scopo di far conoscere al grande pubblico la storia di Firenze in quegli anni specifici che la portarono alla ribalta non solo per il suo enorme patrimonio artistico e culturale ma anche perché i Fiorentini parlavano un dialetto che, nobilitato dall’opera di Dante, era considerato il precursore della lingua italiana e quindi in grado di unificare il paese dal punto di vista linguistico.
L’avvio degli incontri, oggi, giovedì 15 gennaio, con una conferenza nella sede della Comunità ebraica di Firenze (Via Farini, 6 – ore 17.30) sul tema ‘Moses Levy e le famiglie dei Giorni tra Tunisi e Livorno’.Tra i tanti eventi in programma: una mostra degli artisti risorgimentali agli Uffizi, una con tutti i giornali dell’epoca alla biblioteca Nazionale – che proprio nel 1865 venne definita ‘centrale’ -, un museo permanente sulla cartografia all’Istituto geografico militare, il ‘Gran Ballo’ a Palazzo Pitti, con la facoltà di Architettura che tratterà le trasformazioni urbanistiche mentre quella di Giurisprudenza, in un convegno di studi, il decreto regio che permise l’accorpamento in un testo unico di tutte le leggi amministrative relative agli enti locali.