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“Così si difende l'identità italiana sul territorio”

Il trascorrere del tempo, in Italia, è scandito da tradizioni e rievocazioni che si ripetono sempre uguali ogni anno, talvolta da secoli. La modernità avanza, ma senza alterare la cultura profonda del nostro popolo. Uomini solitamente vestiti in giacca e cravatta, donne abituate agli indumenti della casalinga o al tailleur, in determinate date svestono i loro panni abituali per indossare cotte medievali, antichi costumi da locandiere, abiti di confraternite. Le manifestazioni, i palii, le giostre, le rievocazioni storiche, i cortei religiosi sono eventi che si celebrano in tutta Italia, attirano turisti, creano occupazione e, non ultimo, consentono al legame tra popolo e identità territoriale di restare saldo.

Ed è proprio per tutelare questo patrimonio che alla Camera dei Deputati è stata presentata una proposta di legge (n. 648), primo firmatario l’on. Guglielmo Picchi (Lega), che ambisce a creare un Elenco nazionale delle Associazioni e Manifestazioni di Rievocazione Storica e dei Giochi Storici, al fine di colmare un vuoto legislativo e offrire una cornice normativa a tutto il settore che consenta anche di ottenere agevolazioni e finanziamenti. Della proposta se n’è parlato ieri alla sala conferenze della Camera, in un incontro promosso dal Centro Studi Machiavelli e a cui hanno partecipato, oltre all’on. Picchi, Massimo Andreoli (presidente del Consorzio Europeo Rievocazioni Storiche – Cers), Giuseppe Barolo (Federazione Italiana Giochi Storici) e Andrea Bandelli (Società di San Giovanni Battista di Firenze).

Per comprendere l’importanza, anche in termini squisitamente economici, del fenomeno in questione, basta considerare che intorno ad esso ruota un giro d’affari di circa 650milioni di euro tra indotto, diretto ed indiretto (fonte Sole24Ore). Nonostante questo capitale, la legislazione nazionale ancora non tutela a dovere queste manifestazioni, le quali per il 59% delle spese si autofinanziano e solo per il 10% riescono ad accedere ai finanziamenti pubblici. Nel corso della conferenza di ieri, è stata sollevata anche la necessità – da parte di Barolo – di razionalizzare gli interventi legislativi sul tema oggi esistenti, i quali spesso sono l’uno in contraddizione dell’altro. E proprio uno degli obiettivi della nuova proposta è proprio quello di stabilire regole chiare e univoche.

Di qui il plauso dell’associazionismo, manifestato ad In Terris da Massimo Andreoli. “Il progetto di legge è molto importante – ha detto -, perché riprende gli altri presentati nelle scorse due legislature aggiungendo un maggiore coinvolgimento delle Regioni, le quali hanno già legiferato su questo tema, conoscono le realtà locali e possono dunque dare un apporto fondamentale”. Andreoli ha sottolineato che le manifestazioni storiche attraggono turisti “diventando un motore di valorizzazione del territorio”. Ma quali sono i numeri? Il presidente del Cers ha detto che “un censimento è quasi impossibile, perché di manifestazioni ne nascono e muoiono continuamente. Possiamo calcolare comunque che solo in Italia esistono almeno un migliaio di eventi consolidati, più tutta una serie di iniziative legate a celebrazioni particolari”. Le persone coinvolte – ha aggiunto – “sono innumerevoli, perché oltre ai rievocatori, ci sono gli artigiani, i fornitori di servizi…”.

Negli ultimi anni si registra un rinnovato interesse per questo tipo di manifestazioni. Andreoli se lo spiega con tre fattori, uno prettamente di utilità turistica, derivante “dalla necessità di differenziare le destinazioni turistiche valorizzandone le caratteristiche specifiche”. C’è poi l’influenza di cinema e tv, capaci con film in costume di indirizzare i gusti delle persone. Infine, sottolinea Andreoli, “in un mondo globalizzato, in un’Europa unita ma ancora incapace di ritrovarsi in dei valori comuni, le singole identità, le tradizioni locali, la cultura popolare vengono avvertite, specie dai giovani, come necessità da preservare”. E la difesa dell’identità passa anche attraverso progetti di legge come questo.


Dario Citati (Centro Studi Machiavelli), Massimo Andreoli, on. Guglielmo Picchi, Giuseppe Barolo, Andrea Bandelli

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