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Come essere “pro” e non “anti”

Per vincere le sfide della nostra societĆ  “non ci dev'essere “anti”, questo ĆØ il terreno su cui bisogna secondo me cercare di procedereĀ». Parola dell'ex presidente della Regione Toscana, Vannino Chiti, alla presentazione del suo libro “Le religioni e le sfide del Futuro“, nella sala del Gonfalone del Consiglio regionale della Toscana. Assicurare la dignitĆ  di tutti, l'ecologia e la lotta alla guerra sono, per Chiti, le principali sfide a cui siamo chiamati.

Spirito di ricerca interiore

“Sono convinto che queste sfide sono alla nostra portata, cioĆØ si possono affrontare e risolvere positivamente e non ci dev'essere pessimismo; e che per farlo ci vuole il dialogo, il rispetto reciproco e la conoscenza reciproca- spiega all'Agi l'ex governatore-.Ci vuole la capacitĆ  di dare questo contributo da parte di tutti: delle fedi religiose e delle culture che non sono religiose”. Per il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, “Vannino Chiti si ĆØ cimentato in un libro su religione e le sfide del futuro, un libro che affronta con grande rilevanza e approfondimento il tema di mettere in comune valori e spirito di ricerca interiore per offrire delle risposte tramite la religione”.Ā Ā 

San Bernardo

Alla presentazione del libro di Vannini Chiti sono intervenuti anche l'imam di Firenze,Ā IzzedinĀ Elzir; don GiovanniĀ Momigli, direttore dell'ufficio diocesano di pastorale sociale della diocesi di Firenze e GadĀ Piperno, Rabbino di Firenze. GiĆ  Dante, nella Divina Commedia, sostiene che per conoscere veramente Dio occorre la mistica, incarnata dalla figura di san Bernardo che prende il posto di ā€œguidaā€ sia di Beatrice, che simboleggia la teologia, sia di Virgilio, che simboleggia la ragione. Sul piano della comunicazione la ā€œnuova evangelizzazioneā€ non conosce limiti perchĆ© puĆ² essere allo stesso tempo verbale e interpersonale, social e digitale, mass mediale e audiovisiva oppure multimediale.

Richiesta di perdono

Nel segno del Concilio lā€™evangelizzazione di Francesco possiede un cuore antico ma costantemente nuovo perchĆ© frutto non di una rigenerazione giĆ  definita e avvenuta una sola volta, ma piuttosto di chi ha imparato a vivere secondo una perenne (e agostiniana) ā€œinquietudine rigeneratriceā€. Francesco ĆØ stato ilĀ primo papa ad entrare in un Tempio evangelico valdeseĀ (22 giugno 2015), in occasione della sua visita pastorale a Torino. Durante la sua visitaĀ ha chiesto umilmente perdonoĀ ai fratelli evangelici per gli atteggiamenti e i comportamenti avuti noi loro confronti e nel corso della storia da parte della Chiesa cattolica, ed ha affermato fiduciosamente diĀ anelare alla comunione di tutti i cristianiĀ e che lā€™unitĆ  si fa in cammino.

Drammi sociali

LeĀ tre assemblee ecumenicheĀ tenute in Europa, a Basilea (1989), a Graz (1997) e a Sibiu (2007) non hanno prodotto quei risultati che ci si attendeva. Non ĆØ un caso che dopo la terza assemblea di Sibiu, in Romania, il processo si sia bloccato. Soltanto da qualche tempo, ma ancora troppo breve, sembra che la rigiditĆ  delle posizioni non appaia piĆ¹ insuperabile come in passato. Nella valutazione dellā€™ex presidente delle Acli Luigi Bobba, oggi con papa Francesco sembra essereĀ rinata la fiducia nella ripresa di un cammino fruttuoso. Inoltre, il tema della povertĆ  del Concilio Vaticano II richiama alla mente la figura del cardinale di Bologna, Giacomo Lercaro, per il suo indimenticabile intervento conciliare sulla Chiesa povera e per i poveri. Suo consigliere personale e perito del Concilio era don Giuseppe Dossetti, lā€™ex politico democristiano poi ordinato sacerdote. Al di lĆ  di questo legame tra Lercaro e Dossetti, il tema della povertĆ  rappresenta una porta spalancata verso la valorizzazione del protagonismo crescente delle Chiese piĆ¹ giovani e di quelle del Sud del Mondo. Diverse encicliche che sono state pubblicate negli anni postconciliari come laĀ Populorum ProgressioĀ (1967) di Paolo VI; laĀ Sollicitudo rei socialisĀ (1987) di Giovanni Paolo II; laĀ Evangelii GaudiumĀ (2013) di Francesco stanno a dimostrare quanto sia diventatoĀ centrale e prioritario per la ChiesaĀ il farsi carico responsabilmente deiĀ drammi della fame, del sottosviluppo, dellā€™impoverimento crescenteĀ in tante periferie del mondo attuale.

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