Oggi si celebra in tutto il mondo laĀ Giornata Mondiale della Radio. Doppia ricorrenza per laĀ Radio Vaticana, che proprio ieri ha festeggiatoĀ 89 anni dalla sua prima messa in onda. Allora, si chiamavaĀ 'Statio Radiophonica Vaticana', eppure a dispetto del nome latino, era espressione di una modernitĆ che da sempre contraddistingue la Chiesa di Roma. Valga, su di tutti, il bellissimo affresco che decora il soffitto della Galleria dei Candelabri, nei Musei Vaticani:Ā sulla volta a botte della sala, nel 1839Ā il pittore Domenico Torti dipinse una macchina fotografica come allegoria delle arti. Allora era Papa Leone XIIIĀ e,Ā aĀ distanza di circa un secolo, un'altroĀ Papa, Pio XI, chiese al padre della radio,Ā Guglielmo Marconi, un ulteriore passo nella rivoluzione vaticana: la realizzazione di un dispositivo che permettesse al Pontefice di parlare ai fedeli di tutto il mondo. In occasione di questa importante ricorrenza,Ā Interris.itĀ ha intervistatoĀ Luca Collodi, caporedattore e coordinatore diĀ Radio Vaticana Italia.Ā Ā
Qual ĆØ il segreto della longevitĆ della radio?
La televisione –Ā ricordandoĀ la famosa canzone deiĀ BugglesĀ –Ā eĀ oggiĀ la reteĀ non hannoĀ ucciso la radio, anzi si direbbe il contrario con laĀ radio entrata nella tvĀ e sul web: basta vedereĀ molti formatĀ e conduttoriĀ televisivi ispirati a quelli radiofonici. Il segreto della longevitĆ della radio sta nel fatto che ĆØĀ l'unicoĀ strumento che accompagnaĀ le personeĀ nel corso della giornata, che vive con la gente dentro e fuori casa, in auto…Ć qualcosa cheĀ ci segueĀ anche quando non ce ne accorgiamo. Il cellulare talvolta loĀ lasciamoĀ a casa.Ā Non dimentichiamo poi che la radio ĆØ un prezioso strumento di servizio e di pubblica utilitĆ ”.
La storia della Radio Vaticana s'intreccia con quella del suo inventore, Guglielmo Marconi, perchĆ© accolse l'invito di Papa Pio XI a erigere laĀ Statio Radiophonica Vaticana. Che significato ha tutto questo?
“Si trattĆ²Ā di unaĀ decisioneĀ di grandeĀ modernitĆ Ā che dimostra come giĆ 89 anni fa, la ChiesaĀ capisseĀ l'importanzaĀ della comunicazione,Ā guardando alla radioĀ comeĀ adĀ uno strumentoĀ di servizio del futuro,Ā prudente, sempliceĀ Ā eĀ utileĀ perĀ comunicare la Parola”.
La sua esperienza a Radio Vaticana ĆØĀ ormai quasi ventennale. Quale episodio ricorda, in particolare?
“Sicuramente la guerra in Kosovo.Ā Era il 1999. PerĀ raccontareĀ la guerra ed aiutare i profughi,Ā Radio VaticanaĀ seguƬ la Caritas Albania e i missionari nei Balcani poi leĀ truppe italiane in Kosovo.Ā CercaiĀ diĀ raccontareĀ una sorta di lotta tra bene e male,Ā difficile con le parole,Ā rendendomi conto di quantoĀ fosse importanteĀ raccogliere le testimonianzeĀ in loco. La radio ĆØ uno strumento diretto,Ā immediato, che ti collega alla comunitĆ , al mondoĀ e ti fa compagnia anche nei periodi piĆ¹ buiĀ della storia e della vita. Nella guerra in Kosovo, la radio, grazie alla lungimiranza del direttore di allora, padreĀ FedericoĀ Lombardi, riuscƬ a mettere in collegamentoĀ le famiglie deiĀ profughiĀ divise e sparse nei vari campi in Albania e Italia.Ā Fu la confermaĀ del valoreĀ umano,Ā socialeĀ e religioso della radio”.
Ricorda un episodio che lega il Santo Padre alla “sua” radio?
“Ricordo quando, nella sede della radio a Palazzo Pio, Papa Benedetto XVI venneĀ in visita. Ci colpƬ la sua dolcezza: ricordĆ² cheĀ prima di rivolgereĀ un saluto in diretta ai radioascoltatori si sedette volgendo le spalle al microfono.Ā MiĀ rivolsi a lui chiedendogli di girarsi e lo fece con un'emozione e gentilezza che non scorderĆ² mai”.Ā
A proposito di radio, cosa pensa dei format di backstage attraverso le dirette via social?
“Si tratta di un settoreĀ in via di definizioneĀ a Radio VaticanaĀ grazie allaĀ riforma dei media vaticaniĀ voluta da Papa Francesco.Ā GiĆ oggi molti colleghi utilizzano le telecamere,Ā realizzano filmati. Uno dei settori in cui Radio Vaticana si sta evolvendo ĆØ quello social,Ā penso al portale Vatican News, in aggiornamento continuo sul Papa, le notizie ecclesiali ed estere“.
Cosa pensi dei podcast? I numeri diĀ SpotifyĀ confermano un trend in grande aumento…
“Penso che la radio sia essenzialmente radiofonica.Ā Penso anche che laĀ radioĀ siaĀ uno strumentoĀ veramenteĀ democratico,Ā accessibile a tutti in varie modalitĆ di ascolto e contenutoĀ DĆ Ā la possibilitĆ di scegliere se restare sintonizzato o cambiare frequenza,Ā Ā interagire.Ā Senza dubbioĀ il podcastĀ ĆØ utile,Ā ma tutti i prodotti della rete completano,Ā non sovrastanoĀ nĆØ superano,Ā la radio.Ā Ascoltare un podcast rafforza la radio, non la cancella.Ā Ma restano prodotti diversi.Ā Un'altra importante differenzaĀ che fa della radio uno strumento moderno e unicoĀ immortale ĆØ che,Ā contrariamente alla rete, non esclude nessuno,Ā arriva ovunque, costa poco, fa pensare e talvolta sognare. Forma le coscienze e ti provoca il pensiero. Senza interferenze. Sei te che ascolti e pensi.Ā Senza mediazioni.Ā Spesso la rete non arriva a tanto. AnziĀ genera rumoreĀ mediatico, ĆØ vanitosaĀ eĀ creaĀ molte chiacchere. Ma naturalmente esiste e va usata al meglio.Ā Ma innamorarsi troppo della rete sarebbe un errore di comunicazione”.