Sei milioni di visitatori della Cappella Sistina in un anno è da considerare il numero ‘sold out’, cioè quello oltre cui “spero non si vada” per non compromettere le migliori condizioni ambientali. Perché un numero superiore “non sarebbe utile nè gestibile”. Lo ha detto Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, durante la conferenza stampa alla Camera con Giovanni Floris in occasione della presentazione della puntata del talk “diMartedi’” in onda su La7 e condotto proprio da Floris che ha dedicato uno spazio significativo alla visita della Cappella Sistina.
I Musei Vaticani – ha detto il direttore – “invocano la crescita zero” ed è importante, per contro, che il flusso in più di potenziali visitatori “si distribuisca su tutti i musei italiani”. Paolucci ha aggiunto che “non prevediamo ulteriori incrementi di visitatori per la Cappella Sistina e i Musei Vaticani”. Il direttore ha definito la Sistina “una scatola dipinta”, lui la chiama così i 2500 mq di pittura murale, l’ambiente lungo 40 metri, largo 14 e alto fino a un massimo di 21. E’ come “una macchina del tempo” che riporta alla Firenze e alla Roma del ‘400 e del ‘500. “Ora ci sono nuovi impianti di climatizzazione, capaci di controllo temperatura, umidità e inquinanti, abbattendo per quel che è possibile l’anidride carbonica, e un impianto di illuminazione a led dal grande risparmio energetico. Io stesso non ho mai visto gli affreschi come oggi. Questa luce ti permette di vedere oggi dettagli dell’affresco che prima non notavi”.
Finora era Michelangelo che attirava i visitatori, “ora possiamo ammirare i grandi maestri del ‘400 le cui opere prima non si riusciva ad apprezzare perché in qualche modo ‘offuscate’. E penso ai tre Botticelli, al Perugino, al Ghirlandaio”. Paolucci si è anche chiesto – con aria e sorriso sornioni – “come mai la politica di oggi non produca opere d’arte del calibro della Cappella Sistina”, sottolineando che “invece la politica di quei tempi sapeva investire somme importanti per la cultura. Basti pensare a quanto hanno reso nel tempo quei 13mila ducati d’oro, ed erano tantissimi, dati a Michelangelo per i due lavori artistici fatti nella Cappella Sistina”.