Grande attesa per “Il racconto dei racconti”, di Matteo Garrone, primo film italiano in corsa al Festival di Cannes. La pellicola è stata accolta ieri con applausi tiepidi dalla stampa, mentre per oggi è prevista la presentazione ufficiale sulla Croisette in contemporanea con l’uscita in sala. Il film è tratto da “Lo cunto de li cunti”, una raccolta di fiabe napoletana scritta nel 1600 da Giambattista Basile. L’autore dice di essersi avvicinato a questo perché è riuscito a ritrovare “quella commistione fra reale e fantastico” che da sempre ha caratterizzato la sua ricerca artistica. Prosegue poi dicendo che “le storie raccontate nel Cunto de li cunti passano in rassegna tutti gli opposti della vita: l’ordinario e lo straordinario, il magico e il quotidiano, il regale e lo scurrile. Le fiabe raccontano i sentimenti umani spinti all’estremo”.
Il film è girato tutto in inglese, “perché è un modo per restituirlo al pubblico più vasto possibile”, ma Garrone dice di aver preso altre libertà, del resto “è nella natura stessa della fiaba di essere continuamente tradotta e reinterpretata”, perché “alla fiaba non si è mai fedeli: ogni volta che la raccontiamo a un bambino per farlo addormentare, cambia qualcosa”.
Ma la produzione non ha voluto tradire lo spirito che c’è dietro, “quella forza evocativa del Cunto che ha nutrito l’immaginario universale attraverso i secoli, arrivando a influenzare autoi come Perrault e i fratelli Grimm”. L’ambientazione fantastica ha anche permesso al regista di giovare con gli effetti speciali che “hanno lo scopo di portare il film in un territorio di verosimiglianza, di credibilità fisica ed emotiva”.