Resta in Asia la Palma d'oro di Cannes: dopo il trionfo di Un affare di famiglia del giapponese Hirokazu Kore'eda, a centrare il successo è il sudcoreano Bong Joon Ho e il suo Parasite (Gisaengchung in lingua originale). Una pellicola tanto particolare quanto incredibilmente vicina alla realtà dei nostri giorni, con la famiglia che ne è protagonista dipinta con tratti che quasi ognuno di noi potrebbe riconscere, anche se magari non strettamente come propri. Non ha vinto Marco Bellocchio con il suo Il traditore ma, a ben vedere, un pizzico d'Italia la Palma d'oro se la prende, visto che il film vincente si chiude con la canzone “In ginocchio da te” di Gianni Morandi. E il cantante italiano ha ricevuto un invito non formale proprio dal trionfatore della Croisette (già al Festival nel 2017 con il film Netflix Okja), il quale ha affermato di volerlo conoscere, ricevendo anche una risposta da parte di Morandi: “Ma certo, magari vado io da lui, potrebbe essere l’occasione per una tournee in Sud Corea dove non sono mai stato”.
Le premiazioni
Dettagli a parte, Parasite si presenta come una pellicola estramamente raffinata, quasi interamente giocata sul rapporto fra due famiglie di diverse estrazione sociale, dallo scrutamento reciproco fino allo scontro ideologico e culturale figlio della loro diversa concezione della società. Interpretazioni della società dell'oggi che hanno accomunato un po' tutti i film in concorso, dettaglio che non è sfuggito al presidente di giuria Alejandro Gonzalez Inarritu: “Posso dire che guardando il Palmarès tutti i film premiati trattano il tema della giustizia e ingiustizia sociale. Il cinema cerca di elevare la coscienza del mondo, e l'ambizione dell'arte si riflette nel sentire attraverso le frustrazioni e gli incubi del nostro tempo quale può essere il futuro, e tutto questo appartiene al linguaggio del cinema”. E allora, spazio anche per Antonio Banderas, miglior attore per la sua interpretazione in Dolor y gloria di Pedro Almodovar; Emily Beecham, migliore attrice per Little Joe; Matip Diop e il suo Atlantique, che si aggiudica il Grand Prix della giuria; Céline Sciamma, Prix du scénario per Portrait de la jeune fille en feu; Jean-Pierre e Luc Dardenne, Prix de la mise en scène per Le jeune Ahmed; Ladj Ly e Kleber Mendonça Filho con Juliano Dornelles, autore e coautori, rispettivamente, de Les Misérables e Bacurau, Premio della giuria; A vida invisível de Eurídice Gusmão di Karim Aïnouz, premiato nella sezione Un Certain regarde.