Avrebbe compiuto 75 anni il cantautore italiano Fabrizio De Andrè, il poeta degli emarginati, il menestrello di periferia che ha fatto dell’ironia il suo cavallo di battaglia, artigiano della musica con le sue canzoni ha costruito un patrimonio di testi armonie capaci di entusiasmare intere generazioni.
Genovese doc, nasce nel quartiere Pegli da genitori piemontesi trasferiti in Liguria dopo l’arrivo del primogenito. In seguito ad una breve parentesi nell’Istituto di suore alle elementare, De Andrè alle medie sceglierà una scuola statale dove il suo comportamento “fuori dagli schemi” gli creerà non pochi problemi con i professori. E’ ascoltando Geroges Brassens che scoprì il sacro fuoco della musica, trovando nell’anarchico francese un esempio a cui ispirarsi e traducendo alcune sue opere nei primi album.
E’ con “La canzone di Marinella” dal testo poetico e metaforico che il suo talento sbarca nelle case italiane consacrandolo come uno dei giganti della musica insieme a Luigi Tenco e Gino Paoli. Da sempre De Andrè che si professava ateo è stato guidato nella sua vita dall’interrogativo sull’esistenza di Dio, una domanda che accompagnerà molti dei suoi testi avvicinandolo a quei cercatori di verità che scrutano dietro la realtà il mistero di Gesù di Nazareth amico dei pubblicani e delle prostitute.
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior” è uno dei motti che riunisci i personaggi cari al cantautore genovese, la sua discografia pullula di questi “santi peccatori”, assassini, ubriaconi e drogati, zingari, pescatori e pellerossa che la società scarta in nome di un asettico perbenismo incapace di amare. Uomini e donne riconosciuti come perdenti ma che il Faber canta come suoi eroi.
Il poeta innamorato dell’uomo e della sua fragilità, di quell’abisso che è il suo cuore, non ha mai smesso di denunciare l’ingiustizia che pesa sugli innocenti e sugli ultimi con la leggerezza e l’ironia della satira, senza mai scivolare nella banalità, ma al contrario trasformando le sue canzoni in manifesti di attualità. Si spense a Milano nel 1999 per un carcinoma polmonare. I funerali si svolsero nella Basilica di Santa Maria Assunta in Carignano a Genova il 13 gennaio riunendo diecimila persone tra estimatori, amici ed esponenti dello spettacolo, della politica e della cultura.