Cosa vedeva Ludovico Ariosto quando chiudeva gli occhi? Quali immagini affollavano la sua mente mentre componeva il poema che ha segnato il Rinascimento italiano, l’”Orlando Furioso”? Quali opere d’arte furono le muse del suo immaginario di dame, cavalieri, maghi e figure mostruose? A queste domande vuole dare una risposta la mostra “Orlando furioso 500 anni – Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi” al Palazzo dei Diamanti di Ferrara dal 24 settembre 2016 all’8 gennaio 2017.
L’evento, organizzato dalla Fondazione Ferrara Arte per celebrare i cinquecento anni della prima edizione dell’”Orlando furioso”. Concepito nella Ferrara estense e stampato in città nel 1516, il poema è uno dei capolavori assoluti della letteratura occidentale. Da subito parlò al cuore dei lettori italiani ed europei. Più che una ricostruzione documentaria, l’esposizione sarà una importante rassegna d’arte: una straordinaria narrazione per immagini che condurrà il visitatore in un viaggio appassionante nell’universo ariostesco, tra battaglie e tornei, cavalieri e amori, desideri e incantesimi.
I capolavori dei più grandi artisti del periodo – da Mantegna a Leonardo, da Raffaello a Michelangelo e Tiziano – oltre a sculture antiche e rinascimentali, incisioni, arazzi, armi, libri e manufatti di straordinaria bellezza e preziosità, faranno rivivere il fantastico mondo cavalleresco del Furioso e dei suoi paladini, offrendo al contempo un suggestivo spaccato della Ferrara in cui fu concepito il libro e raccontando sogni, desideri e fantasie di quella società delle corti italiane del Rinascimento di cui Ariosto fu cantore sensibilissimo. La mostra, a cura di Guido Beltramini e Adolfo Tura, è organizzata da Fondazione Ferrara Arte e dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.