Antonio Scurati è il 73° vincitore del Premio Strega. L'annuncio è stato dato nella notte di ieri 4 luglio. E così, per la giuria raccolta presso il Ninfeo del Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma, il libro M. Il figlio del secolo è stato, ritenuto meritevole del primo posto. Il romanzo è il primo volume di una trilogia che ha come quinta scenica ideale il ventennio fascista. Ma non è il tempo a dettare la linea delle vicende, come capita nei libri dedicati all'argomento, bensì il duce stesso: Benito Mussolini, non solo il dittatore e lo statista, ma anche l'uomo, diventano il centro nevraglico attorno a cui si scioglie tutta la narrazione, dall'inizio alla fine.
Narrare il potere
La scelta dell'autore nasce da un assunto di base: liberarsi dai pregiudizi, di cui spesso è pregna la stessa cultura letteraria italiana, e indagare il personaggio dietro l'immagine: “Sono un grande fan di Game of Thrones – ha dichiarato lo scrittore, facendo riferimento alla fortunata serie tv del genere medieval-fantasy – e mi affascina la lotta di potere”. Così lo scrittore ha deciso di fare lo stesso con una delle vicende storiche italiane più radicate e centrali. Partendo dai video di propaganda dell'Istituto Luce, infatti, Scurati ha scelto il taglio epico, elemento distintivo di una “libertà spregiudicata” propria dello stesso autore. Lo scrittore è, innanzitutto, un docente – insegna all'università IULM – e questo lo ha aiutato a raccontare la storia del fascismo non dall'alto del giudizio storico, bensì da una prospettiva che egli stesso ha definito “ad altezza d'uomo“: “Mussolini fu un uomo di straordinaria capacità – ha dichiarato a Fanpage.it – ma si deve raccontare anche la sua umanità”. Di questa indagine storica, l'autore sottolinea anche un'altro intento, vale a dire quello dell'indagine introspettiva. Trattare la vicenda di Mussolini significa, dunque, sviscerare il tempo presente con un'attitudine che oggi rischia di sparire: “Oggi l'epoca del presente si focalizza sulla cronaca” denuncia lo scrittore. In questo modo, si rischia di non guardarsi dietro, cioè non guardarsi dentro. Il libro, ora vincitore del più ambito premio letterario italiano, permette di rivedere nella Storia una maestra di vita e fare della nuova letteratura un nuovo campo per l'umanesimo.