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Altro lutto nel mondo della musica: George Michael muore a 53 anni

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Quello che si avvia alla conclusione è un 2016 davvero funesto per il mondo della musica: nella giornata del 25 dicembre, infatti, un improvviso malore ha privato prematuramente il pubblico mondiale di George Michael, storico fondatore e leader degli Wham!, assieme al suo amico Andrew Ridgeley. Una carriera quasi quarantennale, quella del cantante britannico, nata nel 1981 e giunta al successo a cavallo tra gli anni 80 e 90 del secolo scorso, a fronte del lancio di una nuova impronta pop capace di conquistare generazioni di adolescenti. Al momento, fonti vicine al cantante parlano di “una morte pacifica”, dovuta a infarto, come specificato dal manager del musicista, occorso mentre si trovava all’interno della sua abitazione di Goring-on-Thames, nell’Oxfordshire, in Inghilterra. Michael aveva appena 53 anni.

Georgios Kyriacos Panayiotou, vero nome del cantante, era nato a Londra, nel 1963, quando l’epopea dei Beatles era appena all’inizio. L’inizio dell’avventura con gli Wham! (nome derivato dalle onomatopee dei fumetti), datata 1981, coincide con il lancio dei primi 45 giri del duo, capace, in breve tempo, di influenzare la corrente musicale dell’epoca, fornendo un rilancio dell’atmosfera pop-soul quando ancora furoreggiavano i grandi gruppi rock. Un pop “d’altri tempi”, leggero e coinvolgente, capace di richiamare all’attenzione il pubblico adolescenziale, e che andava staccandosi dalle note disco e new wave dell’Inghilterra di quegli anni, incantando con le note di quella stravagante coppia di “bravi e abbronzati ragazzi”. Nel 1983, lanceranno il loro primo album, “Fantastic”.

Una storia breve ma intensa quella del binomio Michael-Ridgeley, durata lo spazio di cinque anni ma caratterizzata da uno straordinario successo musicale, con almeno due brani epici, in grado di imprimersi a fondo negli anni della loro creazione e in quelli a venire: “Last Christmas” e “Careless wishper”, vere e proprie pietre miliari del pop anni 80, restano i due brani maggiormente rappresentativi della carriera degli Wham! ma, forse, non di George Michael il quale, dal 1986, intraprese la strada solista, assumendo una caratura internazionale tale da consentirgli di cambiare radicalmente il suo repertorio, adeguandosi alle nuove correnti musicali senza mai perdere il suo fascino.

E allora, all’inizio degli anni 90, arriva la sua definitiva consacrazione sui palcoscenici della musica mondiale, quella delle parti alte delle classifiche, coincisa con l’album “Listen without prejudice vol.1”, nel quale invitava il pubblico a rendersi definitivamente conto di quanto la sua versatilità musicale potesse condurlo a toccare territori fino ad allora inesplorati, senza però mai rinunciare a quell’implicito timbro nostalgico che tanto aveva inciso nel decennio appena trascorso. Nel frattempo, infatti, Michael si eleva al rango di pop-star internazionale, incarnandone alla perfezione le caratteristiche essenziali. Leggendaria sarà la sua interpretazione a Wembley, con Elton John (1991), così come indimenticabile resterà la sua versione di “Somebody to love”, cantata la prima volta in occasione del “Freddie Mercury Tribute concert”, nel 1992, dove ottenne da subito uno straordinario successo.

Tra cadute e risalite, tra grande musica e qualche controversia, l’epopea del suo pop, leggermente scemata negli ultimi anni, non cesserà mai di identificare un’età di cambiamento culturale, durante la quale seppe incarnare alla perfezione l’aria di novità che il pubblico richiedeva. E quindi, successivamente, evolversi assieme al mondo musicale, ritagliandosi sempre uno spazio di primo piano in quel mutevole orizzonte che lo ha visto ergersi al ruolo di protagonista e precursore.

Damiano Mattana: