In occasione dell’inaugurazione dell’Expo 2015, l’Istituto dell’Enciclopedia Italia, di cui ricade il novantesimo anniversario, rinnova il suo impegno per la ricerca e la valorizzazione di testimonianze storiche realizzando una riproduzione in facsimile del libretto originale della Turandot di Giacomo Puccini, su versi di Giuseppe Adami e Renato Simoni, per la prima assoluta al Teatro alla Scala del 25 aprile 1926.
L’opera andrà in scena alla Scala proprio domani sera come omaggio all’Esposizione Universale, diretta da Riccardo Chailly, il capolavoro incompiuto del Maestro toscano,sorprenderà il pubblico, in quanto il finale scelto non si attiene al tradizionale di Franco Alfano, ma si ispirerà a quello di Luciano Berio del 2001, dove è sottolineato il tema del sacrificio: in scena infatti rimarrà il cadavere di Liù, la cui morte consentirà a Turandot e Calaf di amarsi.
“Un finale di 16 minuti che diressi in prima mondiale nel 2002 a Las Palmas, poi trasferito nell’opera ad Amsterdam — racconta Chailly —. Berio era in sala, a seguire le prove e dalla platea mi gridava le correzioni da portare in partitura. Alla fine erano 130. Un gran travaglio artistico, 307 nuove battute, circa metà ispirate agli schizzi lasciati da Puccini”. L’opera, come ricorda il regista, è capace ancora oggi di sorprendere ed essere molto comunicativa e aprirà una stagione di sei mesi in cui il teatro sarà no-stop con 22 appuntamenti d’opera in programma, 62 di balletto e 92 di concerto.