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Al via la mostra “Orienti”

La collaborazione avviata negli anni tra le due più importanti realtà museali italiane che hanno come oggetto d’interesse l’Asia, il MuCiv Museo delle Civiltà – Museo d’Arte Orientale di Roma e il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, ha trovato un naturale punto d’incontro nell’accordo che prevede la presentazione a Torino di una importante selezione di opere d’arte conservate a Roma.

La collezione 

La mostra presenterà al pubblico circa 180 opere della ricchissima collezione romana, opere tra le più significative dell’ex Museo Nazionale d’Arte Orientale che, dopo questa esposizione temporanea, approderanno alla nuova sede dell’EUR. La grande esposizione, come uno scrigno che si apre ai visitatori, metterà in luce l’arte di epoche e regioni poco rappresentate nel museo torinese, eccellenze della produzione artistica asiatica lungo sette millenni di storia, a partire dalla fine del VI millennio a.C.

Il percorso

Il progetto di mostra si svilupperà attraverso due filoni narrativi che nell’allestimento correranno paralleli.
Il primo filone riguarda la storia del Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma e delle collezioni che nel corso della lunga storia del museo sono entrate a farne parte. In ogni sezione il pubblico ripercorrendo la storia delle collezioni entrerà a far parte del museo attraverso campagne di scavo italiane in Asia, accordi internazionali o donazioni di importanti collezioni private.

Il secondo filone riguarda le diverse aree culturali e tradizioni artistiche presentate in mostra, quali il Vicino e Medio Oriente antico, l’arte sudarabica, l’arte regale degli Achemenidi, dei Parti e dei Sasanidi, l’arte islamica ghaznavide e quella dell’area persiana, per finire con l’Asia meridionale e l’Asia orientale. Il visitatore potrà apprezzare esempi straordinari che illustrano la Protostoria, l’Età del Ferro, l’arte sudarabica, delle culture imperiali iraniche, l’arte buddhista del Gandhāra, la tradizione religiosa dell’Induismo e del Jainismo. Miniature indiane e bronzi tibetani, statuine cinesi e dipinti giapponesi si susseguiranno nelle sale della mostra.

Tra le opere esposte una Testa funebre in alabastro del I secolo a.C.- I secolo d.C. proveniente dallo Yemen. Si tratta di una categoria di manufatti che fino alla metà del secolo scorso sebbene già musealizzati erano ancora avulsi dal loro contesto e la cui giusta collocazione è stata scoperta a partire della missione del 1947 di Ahmed Fakhry. Tuttavia solo gli scavi della Missione Archeologica Tedesca a Mārib, alla fine degli anni Novanta, hanno scoperto per la prima volta che queste teste erano posizionate su stele e non collocate all'interno di templi, come erroneamente ritenuto fino a quel momento.

I capolavori in mostra

E ancora in mostra si potrà godere della raffinatezza di un piccolo Calice con serbatoio conico scanalato con terminazione a testa taurina in argento sbalzato proveniente da Qasr-e Shirin, Iran occidentale, del periodo achemenide, IV secolo a.C. 

Sempre iraniani, ma del periodo sasanide, VI-VII sec. d.C., sono gli Elementi di cintura: puntale, fibbia con ardiglione e placca, placche e pendenti in oro, manufatto realizzato unendo diverse tecniche come fusione, granulazione, battitura e incisione.

Dall’India, dalRajasthan del XVIII secolo,arriva l’acquerello opaco su carta raffigurante un Diagramma cosmologico. Dalla Cina settentrionale del II millennio a.C. (cultura Qijia o dinastia Shang) arriva un Elemento decorativo o amuleto confluito nelle collezioni nel 1970 grazie alla donazione di Manlio Fiacchi e Antonia Gisondi in giada
 

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