E' morto a Roma all'eta' di 89 anni Paolo Ferrari, grande attore di teatro e cinema e volto famosissimo della tv in bianco e nero. Il grande pubblico lo ricorda soprattutto per fortunate serie televisive come “Nero Wolfe” e per la pubblicità di un detersivo (“Signora vuole cambiare il suo fustino di Dash con due di altra marca?”) entrata nella storia di Carosello.
Nato nel 1929 a Bruxelles, dove il padre era console, Ferrari è stato anche un ottimo doppiatore e ha lavorato al fianco di registi del calibro di Blasetti, Zeffirelli e Petri. Era partito dalla radio, ad appena 9 anni, con un programma in cui interpretava il balilla Paolo. Nello stesso anno debutta al cinema in “Ettore Fieramosca” diretto da Alessandro Blasetti. Seguono altri film, tra cui “Gian Burrasca” del 1943, fino alla tragedia del fratello maggiore, Leopoldo, giustiziato dai partigiani dopo che si era rifiutato di togliersi la divisa fascista. Nel dopoguerra tornò al cinema con “Fabiola” del 1949 per la regia di Alessandro Blasetti e “Una lettera all'alba” di Giorgio Bianchi. Poi arrivano radio e televisione. Con Nino Manfredi e Gianni Bonagura nel 1955 Ferrari partecipa al varietà radiofonico “Rosso e nero n 2” mentre avvia la carriera di doppiatore che ne farà una delle voci più famose e belle del cinema italiano. Tra i tanti attori di Hollywood doppiati anche Humphrey Bogart.
Eclettico e brillante, interpreta film di ogni genere, da “Toto' cerca pace” di Mario Mattoli (1954) a “Camping” di Franco Zeffirelli (1958). Il primo successo tv è nel 1959 insieme alla moglie Marina Bonfigli (da cui ebbe due figli, prima di separarsi e sposare Laura Tavanti, dalla quale ha avuto un terzo figlio) nel programma “Il Mattatore”, con Vittorio Gassman. Nel 1960 conduce il Festival di Sanremo insieme a Enza Sampo' e negli anni '60 continua il cinema, con almeno una decina di pellicole. Negli anni '70 sul piccolo schermo impazzano sceneggiati e mini-serie: Ferrari recita in “Nero Wolfe” con Tino Buazzelli (è Archie Goodwin, il solerte aiutante dell'investigatore) e in “Accadde a Lisbona” accanto a Paolo Stoppa.
La pubblicità-tormentone del Dash che “non si cambia” lo rende universalmente conosciuto ma al tempo stesso segna il suo declino in tv. Negli ultimi anni si era ritirato nella campagna romana e tornava a Roma solo raramente, per lo più per andare a vedere la sua Lazio.