Al Gran Palais di Parigi si è aperta la mostra dell’artista franco-americana Niki de Saint Phalle (1930-2002), resa popolare dalle sue ‘nanas’, sculture di donne giunoniche ma vivaci, colorate e danzanti. Il caleidoscopio di colori che veste queste imponenti sculture femminili nasce dall’esigenza di Niki di denunciare la condizione femminile schiacciata dalla cultura patriarcale e colloca l’artista come maggiore esponente del movimento del ‘nuovo realismo’. Ma la gioiosa morbidezza di queste smisurate donne ha permesso alla scultrice di esorcizzare i demoni di un passato segnato dall’incesto paterno subito a soli 11 anni.
Di Niki de Saint Phalle, che esordì da fotomodella su riviste del calibro di Vogue, Life ed Elle, sono esposti oltre 200 lavori, tra quadri, sculture giganti, bozzetti, filmati di archivio che ripercorrono la vita artistica della pittrice, scultrice e regista anticonformista e femminista. La sua visione fantasiosa si riscontra nella sue dichiarazioni: “Sarebbe molto più gioioso il mondo, se fosse governato dalle donne”. In mostra c’è anche un inedito: una scultura monumentale in metallo intitolata ‘Il sogno di Diana’. Suo, il lavoro nel Giardino dei Tarocchi, visibile presso Capalbio, in Toscana, opere ispirate al Parco Güell di Gaudi di Barcellona che ha firmato inoltre le figure plastiche che popolano la “Fontana di Igor Stravinsky” nei pressi del Centro Pompidou di Parigi.