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A Kazuo Ishiguro il Nobel per la Letteratura 2017

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E’ Kazuo Ishiguro il vincitore del Premio Nobel per la Letteratura 2017. A darne l’annuncio è la segretaria permanente dell’Accademia di Svezia, Sara Danius. Alle ore 13:00 di giovedì 5 ottobre, la Danius, dopo aver annunciato al mondo il nome dell’autore, così motiva la scelta: “Nei suoi romanzi di grande impatto emotivo ha svelato l’abisso che si nasconde sotto il nostro illusorio senso di connessione con il mondo“.

“Un grande onore”

E’ un grande onore, soprattutto perché significa che sto seguendo le orme dei più grandi autori che mi hanno preceduto, quindi per me è un riconoscimento straordinario”. Ishiguro, scrittore di origini giapponesi ma naturalizzato inglese, commenta con queste parole, ai microfoni della Bbc, la vittoria. Poi confessa: “Non sono stato contattato dal comitato del Nobel e non sapevo, appena avuta la notizia, se si trattasse di una frottola“. “Il mondo è in un momento molto incerto – aggiunge – e spero che tutti i premi Nobel possano costituire una forza per qualcosa di positivo al mondo. Sarò molto commosso se riuscissi in qualche modo a contribuire a migliorare l’atmosfera che in questo momento è di grande incertezza”, ha concluso lo scrittore.

Le opere di Ishiguro

Considerato tra i più grandi autori di lingua inglese del secondo dopoguerra, capace di ricreare suggestive atmosfere rarefatte, Kazuo Ishiguro si è affermato a livello mondiale con il romanzo “Quel che resta del giorno” (1989), dal quale è stato tratto, nel 1993, il film omonimo diretto del regista James Ivory, con Anthony Hopkins ed Emma Thompson. “Quel che resta del giorno” è il vincitore del prestigioso Man Booker Prize nel 1989. Tre anni prima, nel 1986, Ishiguro vinceva il Premio Withbread per il suo secondo romanzo, “Un artista del mondo fluttuante”. Con Salman Rushdie e Hanif Kureishi, Ishiguro fa parte del gruppo di scrittori, di origini diverse, che ha dato un sostanziale apporto alla letteratura inglese più recente, introducendo elementi stilistici delle culture d’origine. La sua attenzione ai particolari e alle atmosfere, sempre descritte con infinita cura, ricordano i grandi romanzieri nipponici classici. Nel 2005 ha vinto il Premio Alex con “Non lasciarmi”, diventato il film omonimo con la regia di Mark Romanek nel 2010. Nel 2008 il “Times” l’ha incluso fra i 50 più grandi autori britannici dal 1945.

Una vita dedicata alla letteratura

Kazuo Ishiguro nasce a Nagasaki l’8 novembre 1954 e si trasferisce con la famiglia in Inghilterra nel 1960. Il soggiorno, che avrebbe dovuto essere temporaneo, diventa definitivo. Si laurea nel 1978 in letteratura e filosofia; tra i suoi insegnanti ci sono Malcom Bradbury e Angela Carter. Attualmente vive a Londra con la moglie scozzese, Lorna MacDougall, assistente sociale, e la loro figlia Naomi. Scrive in lingua inglese e si firma con il cognome preceduto dal nome. Perfettamente integrato nella cultura britannica, Ishiguro privilegia una forma di scrittura non lontana dal tradizionale realismo occidentale, differenziandosi in questo dagli orientamenti postmoderni e dalle aperture multiculturali dei giovani scrittori britannici. Suo tema dominante è la rievocazione di un passato individuale e nazionale, situato negli anni del secondo dopoguerra, in un mondo dove è in atto un totale mutamento di costumi, accompagnato dalla perdita dei valori tradizionali. Pur frequentando fin da bambino le scuole in Inghilterra, Ishiguro viene educato secondo le tradizioni giapponesi. Alle sue origini orientali sono forse da ascrivere la meticolosità descrittiva e l’estrema chiarezza formale, così come gli accenni a una realtà sinistra e crudele, presenti soprattutto nei primi romanzi (“Un pallido orizzonte di colline”, del 1982, e “Un artista del mondo fluttuante” del 1986), ambientati in Giappone.

Il successo internazionale

È però un romanzo integralmente britannico, “Quel che resta del giorno” (1989), quello che consacra a Ishiguro il successo internazionale, grazie anche all’accurata versione cinematografica fornita da James Ivory nel 1993: il passato di una residenza aristocratica inglese, prima e durante la seconda guerra mondiale, rivive in questo libro attraverso lo sguardo, tardivamente consapevole, del maggiordomo che, per eccessiva fedeltà agli istituti gerarchici, si è negato una grande storia d’amore. La rievocazione di un passato, individuale o collettivo, comunque irrecuperabile è del resto il tema dominante di tutta l’opera di Ishiguro, come dimostrano anche i successivi romanzi: “Gli inconsolabili” (1995) e specialmente “Quando eravamo orfani” (2000), dove l’indagine su una misteriosa, remota sparizione ha le suggestive movenze di una detective story. Nel 2005 scrive “Non lasciarmi”, per il quale riceve il Premio Alex e il Commonwealth Writers Prize. Nella sua produzione più recente spicca la raccolta di racconti “Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo” e il romanzo “Il gigante sepolto” (2015).

Fabio Beretta: