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A 12 anni dalla morte Roma si dimentica di Albertone

“La nostra realtà è tragica solo per un quarto: il resto è comico. Si può ridere su quasi tutto”. Nonostante Sordi, “istituzione” del cinema italiano si contenda con Francesco Totti il riconoscimento dello status di VIII Re di Roma, a 12 anni dalla sua morte non è stato organizzato nessun evento commemorativo degno di nota nella sua città natale.

Nel giorno dell’anniversario, enti, associazioni e istituzioni sembrano aver già dimenticato un’icona nazionale oltre che romana e se si volesse disgraziatamente trovare un modo per salutare e onorare la vita di Sordi non si troverebbe altra soluzione che unirsi al “Gruppo Storico Romano”: all’interno del Cimitero Monumentale del Verano infatti, effettueranno un picchetto d’onore, dalle 10 alle 12, presso la tomba del “grande” Sordi. “La nostra Associazione- si legge sul sito – renderà omaggio a quello che noi consideriamo il vero VIII° Re di Roma, così come avviene puntualmente, ogni 24 febbraio, da undici anni a questa parte. La cerimonia, concordata in pieno con la Fondazione Sordi, prevede un picchetto da parte dei nostri legionari e pretoriani e la deposizione di una corona d’alloro.” Oltre questo, il nulla.

Nella notte tra il 24 e il 25 febbraio del 2003, all’età di 82 anni moriva infatti Alberto Sordi, uno dei più grandi attori del cinema italiano.
L’attore romano ha regalato geniale comicità ed emozioni malinconiche dando vita a personaggi memorabili, simboli di ansie, frenesie, difetti e virtù di un popolo. Nei suoi imponenti 51 anni di carriera, tra cinema e tv, Sordi ha collezionato la partecipazione a ben 152 film. E forse proprio l’impressionante quantità di perfmance (arrivò a recitare addirittura 10 pellicole in un anno) ha condizionato in alcuni casi la qualità, spesso eccelsa, dei lavori del comico.

Alberto Sordi nasce il 15 giugno del 1920 nel rione popolare di Trastevere e nel 1936 si iscrive al corso di recitazione all’Accademia dei Filodrammatici di Milano. Il padre, Pietro Sordi, era stato professore di musica e strumentista, titolare della tuba contrabbassa, dell’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma. La popolarità sul grande schermo, l’Albertone nazionale la raggiunge tra il 1952 e il 1955 con due film diretti da Federico Fellini: “Lo sceicco bianco” e “I vitelloni”, e alcuni diretti da Steno: “Un giorno in pretura”, “Un americano a Roma” (un trionfo sensazionale al botteghino, con un incasso di circa 380.370.000 di Lire), e “Piccola posta”. Poi ancora nel 1957 con “Il conte Max” inaugura l’impersonificazione dell’italiano medio vizioso e viziato e nel 1963 recita ne “Il boom”.

Il comico è sempre riuscito a far parlare poco della parte più privata della sua vita e non ha mai ufficializzato i suoi legami amorosi (“non mi sposo perché non mi piace avere della gente estranea in casa” aveva sentenziato l’attore). Dal 2001 Alberto Sordi conviveva contro un tumore ai polmoni, e nella notte del 24 febbraio 2003 l’ha portato alla morte. Per due giorni una grande folla si è riversata nel centro di Roma per omaggiare l’attore romano e al suo funerale, svoltosi il 27 febbraio, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, hanno partecipato oltre 500 mila persone.

 

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