Covid Italia, la lenta ripresa e la nuova emergenza: rifiuti di guanti e mascherine

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I rifiuti di guanti e mascherine, causati dall’emergenza coronavirus, potrebbero arrivare fino a 450mila tonnellate per la fine dell’anno. Questo quanto emerge dall’audizione dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) in commissione Ecomafie nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei rifiuti collegata all’emergenza Covid-19, che per esempio nel periodo di marzo e aprile ha registrato un calo della raccolta differenziata del10%. “Da qui a fine anno il sistema italiano dovrà gestire un quantitativo di rifiuti derivanti dall’uso di mascherine e guanti compreso tra 150mila e 450mila tonnellate”, viene riferito dai rappresentanti dell’Ispra sulla “base” di “stime cautelative”, facendo presente che si tratta di una “crescita” che “non causerà criticità” al “sistema impiantistico italiano”. Questa quantità – spiegano – è “compensata dalla riduzione del10% dei rifiuti urbani, quantificabile in 500mila tonnellate in meno”. Sul fronte della gestione dei rifiuti sanitari, in particolare, “non si prevedono criticità legate alla disponibilità impiantistica: ad oggi è presente in Italia una capacità in grado di trattare circa 340mila tonnellate di rifiuti sanitari”, di cui 220mila tramite incenerimento e 120 mila con sterilizzazione; “a fronte di circa 145 mila tonnellate di quantità effettivamente trattate”, 96 mila tramite incenerimento, 50 mila con sterilizzazione. Secondo l’Ispra poi nei due mesi di marzo e aprile di quest’anno c’è stata “una riduzione della produzione di rifiuti urbani pari a circa il 10%, e una diminuzione della raccolta differenziata sempre di circa il 10%”. Inoltre si è parlato delle “Linee guida emesse da Ispra e dal Sistema nazionale perla protezione dell’ambiente (Snpa) sia sulla sanificazione delle strade sia sulla classificazione dei rifiuti derivanti dall’uso di mascherine e guanti, e sull’aumento delle soglie per i depositi temporanei”. Infine Ispra ha raccontato dei progetti di ricerca sugli aspetti ambientali legati al Covid-19; uno con l’Istituto superiore di sanità (Iss) riguarda uno studio epidemiologico per valutare le correlazioni tra inquinamento dell’aria e effetti sanitari dell’epidemia, e un altro con l’Enea, definito ‘Pulvirus’, sulle interazioni chimiche, fisiche, e biologiche tra le polveri sottili e il virus, e gli effetti del lockdown sull’inquinamento.

Bolzano si rialza

Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano ha approvato nella notte, con 28 sì, 6 astensioni e un voto contrario, la legge che determina le misure per il contenimento del contagio del coronavirus e “la ripresa graduale delle libertà di movimento delle cittadine e dei cittadini, delle attività economiche e delle relazioni sociali”. Il disegno di legge era stato approvato la scorsa settimana dalla giunta provinciale. Dopo che la prima fase dell’emergenza è stata affrontata in modo unitario in tutto il territorio nazionale, “la Provincia vuole affrontare questa Fase 2 all’insegna dell’applicazione della nostra autonomia”, ha sottolineato il presidente Arno Kompatscher. “Al centro mettiamo la sicurezza e il senso di comunità. Questa Fase 2 e la ripartenza possono avere luogo solo se tutti si attengono alle regole. Confidiamo pertanto nell’autodisciplina e nel senso di responsabilità dei cittadini”, ha aggiunto. La nuova legge entra in vigore da oggi e prevede la libertà di movimento sul territorio regionale senza autocertificazioni.

Attività commerciali

A decorrere dall’entrata in vigore è prevista la ripresa delle attività economiche, con la riapertura delle attività commerciali, produttive industriali e artigianali. A decorrere dall’11 maggio, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza, possono riaprire “le attività inerenti servizi alla persona, fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti” ed anche i servizi di ristorazione e somministrazione di alimenti e bevande, fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie. Dalla stessa data saranno riprenderanno piena attività anche i musei e le istituzioni culturali comprese biblioteche e centri giovanili. La ripresa di tutte le attività economiche è subordinata al rispetto di una distanza di sicurezza di almeno due metri tra le persone, alla copertura di bocca e naso per il personale e i clienti in caso di contatti inferiori ai due metri e al rispetto delle norme igieniche e di pulizia. Nelle aree di ingresso e di uscita, nei servizi igienici e nel maggior numero possibile di posti deve essere messo a disposizione del disinfettante. Per evitare una densità di persone troppo elevata nelle stanze e nelle aree, alle attività economiche si applica la cosiddetta regola di 1/10, secondo la quale viene definito un rapporto tra superficie e numero massimo possibile di persone. I proprietari o gli utenti delle aree sono obbligati a garantire la disponibilità di dieci metri quadrati di spazio per persona. Questo è l’unico modo per evitare affollamenti e consentire a ciascuno di osservare la regola della distanza. La regola di 1/10 non viene applicata nel settore della ristorazione. Si prescrive l’uso di guanti monouso principalmente alla vendita e all’acquisto di alimenti. Le aree di cassa devono essere separate con un dispositivo di protezione. L’accesso al negozio deve essere scaglionato. Gli orari di apertura possono essere prolungati a questo scopo fino al massimo alle ore 22. Ad eccezione dei piccoli negozi fino a 50 metri quadri, si applica la regola di 1/10. Ciò significa che in un negozio al dettaglio può essere presente un solo cliente ogni 10 metri quadri.

I saloni di parrucchiere e i saloni di bellezza

Questi possono riprendere le attività a partire dall’11 maggio. Poiché in questi casi operatore e cliente si trovano a meno di un metro di distanza l’uno dall’altro per un periodo di tempo più lungo, il primo deve utilizzare una maschera Ffp2. Questo requisito è generalmente previsto in generale in tutte le situazioni di prossimità. Personale e clienti non devono avere febbre, da misurarsi sul posto. Entrambi devono utilizzare guanti monouso.

Ristoranti e nei bar

In questi locali non sono ammessi più ospiti di quanti siano i posti a sedere. I tavoli devono essere disposti in modo che la distanza tra le persone sia di due metri. I membri della stessa famiglia che vivono insieme sono esenti da questa regola. La distanza può essere minore se tra le persone vengono installati dispositivi di separazione adeguati per prevenire il contagio tramite le goccioline veicolo dell’infezione. Solo a tavola si può fare a meno della protezione respiratoria. Il personale di servizio deve utilizzare maschere di tipo Ffp2. La disinfezione delle mani è obbligatoria prima e dopo l’uso della toilette.

Infanzia

Dal 18 maggio, seguendo dettagliati protocolli di sicurezza, possono essere di nuovo offerti i servizi per l’infanzia. Le misure della legge riguardano ambiti in cui la Provincia ha la competenza in virtù dello Statuto di autonomia, mentre per quanto riguarda gli spostamenti verso il resto del Paese, le lezioni scolastiche e universitarie, le manifestazioni sportive, valgono le normative nazionali. L’assistenza all’infanzia nelle microstrutture e presso le Tagesmütter può iniziare progressivamente a partire dal 18 maggio anche se con condizioni diverse e più rigide. Queste valgono anche per i progetti di assistenza estiva ed i gruppi dedicati al gioco, gli Elki ed altre forme d’assistenza sostenute dalla mano pubblica che verranno realizzate quest’anno. Un cambiamento significativo è rappresentato dalla riduzione delle dimensioni dei gruppi. Nel caso di bambini al di sotto dei 6 anni i gruppi potranno essere composti da un massimo di 4 bambini, mentre al di sopra dei 6 anni i gruppi potranno essere composti al massimo da sei bambini.
La composizione dei gruppi dovrà rimanere costante e si dovranno evitare i contatti tra gruppi diversi. Per quanto riguarda la partecipazione sarà data la precedenza ai bambini i cui genitori, che per ragioni di lavoro o per altri motivi, non sono in grado di seguire personalmente i propri figli. Laddove possibile le offerte di assistenza ed i progetti dovranno svolgersi all’aperto e sempre nello stesso luogo.

Alberghi e hotel

Il 25 maggio è invece la data fissata per la riapertura delle strutture ricettive presenti sul territorio provinciale. Nelle strutture ricettive turistiche la regola di 1/10 si applica alle aree comuni, ad eccezione delle sale da pranzo. Le piscine all’aperto possono riaprire, mentre non possono farlo le piscine coperte e le saune – a meno che lo stabilimento non sia una cosiddetta “Covid-Protected-Area”, dove tutti i dipendenti e gli ospiti sono testati per la Covid-19. Chi si serve al buffet deve coprirsi la bocca e il naso.

Spostamenti

Gli spostamenti, all’interno del territorio provinciale e nel territorio trentino, sono liberi, mentre quelli verso altre regioni sono consentiti per ragioni di lavoro, di salute, di assoluta urgenza e per tutti gli altri motivi previsti dalla normativa statale. Se Austria e Svizzera lo consentiranno, sarà possibile varcare i rispettivi confini. Negli spostamenti nel territorio della provincia di Bolzano si deve osservare il divieto di assembramento, l’obbligo di distanziamento interpersonale e vanno utilizzate, da parte degli adulti e dei bambini in età scolare, protezioni delle vie respiratorie in tutti i casi in cui vi sia la possibilità di incontrare altre persone, compreso lungo marciapiedi e passeggiate, e, sempre, nei luoghi chiusi. Ad una distanza da altre persone inferiore ai due metri è obbligatorio l’uso delle mascherine e, anche con i dispositivi di protezione, va tenuta la distanza di un metro. Di particolare importanza è anche la raccomandazione a lavarsi le mani frequentemente e di portare con sé un disinfettante per le mani.

Ok sport all’aperto, stop a manifestazioni pubbliche

L’attività sportiva può essere svolta all’aperto rispettando una distanza di tre metri dalle altre persone. Sono ammesse le attività all’aperto che non assumono la forma di sport di squadra, ed è vietato l’uso di spogliatoi e docce. Se non è possibile rispettare la distanza di tre metri quando si pratica l’attività sportiva, va usata la mascherina. Le manifestazioni pubbliche sono vietate. Il presidente della Provincia può autorizzare singoli eventi, se non prevedono contatti fra i partecipanti, come ad esempio il cinema con gli spettatori seduti nella propria auto. Per quanto riguarda le manifestazioni a carattere religioso come le messe, il presidente emanerà un’apposita ordinanza.

Musei

Anche la vita culturale ricomincerà da lunedì. Musei, biblioteche e centri giovanili potranno riaprire le loro porte a partire dall’11 maggio, secondo regole generali come l’uso della mascherina e la distanza di due metri. Attività culturali sono considerate anche le attività di formazione continua. Queste possono essere effettuate solo su appuntamento e richiedono la misurazione giornaliera della febbre del personale con termometro laser e una misurazione della febbre dei partecipanti all’inizio dell’attività. I terreni agricoli e gli orti possono essere coltivati nel rispetto delle misure di sicurezza. Ciò vale anche per la gestione delle foreste, la caccia e la pesca, nonché per la cura degli animali da allevamento.

Boccia: “Possibili differenziazioni regionali dal 18 maggio”

A partire da lunedì 11 maggio ci sarà l’esame dei dati da parte del ministero della Salute e degli esperti dell’Istituto superiore di Sanità e in base a quelli, ha spiegato Boccia, dal 18 maggio saranno “possibili differenziazioni regionali nelle riaperture, anche in base alle linee guida dell’Inail”. Significa che le misure saranno allentare non in maniera uniforme a livello nazionale ma si interverrà su base regionale a seconda di quel che dicono i dati. Su questo, comunque, governo e regioni avrebbero trovato un ulteriore accordo: l’esecutivo, come chiesto dai governatori, sarebbe infatti disponibile a concedere dal 18 maggio in avanti una sorta di ‘liberalizzazione’ delle decisioni sulle riaperture successive. Un punto, questo, che la Conferenza delle Regioni ha messo nero su bianco nell’ordine del giorno inviato al governo: “Chiediamo che entro il 17 maggio venga adottato un nuovo Dpcm con il coinvolgimento delle Regioni per consentire alle Regioni stesse di procedere autonomamente, sulla base delle valutazioni delle strutture tecniche e scientifiche dei rispettivi territori, a regolare le riaperture delle attività”.

Per quanto riguarda la scuola “gli scenari ufficiali usciranno a giorni e saranno tre tipi di scenario a seconda del’andamento della pandemia. Dopo di che, un minimo di scaglionamento ci sarà, ma non ogni quarto d’ora altrimenti nei plessi più grandi si rischia di far entrare gli ultimi studenti a ridosso dell’orario di uscita, quindi non sarà così. Quello che invece succederà è che non si potrà entrare e uscire tutti insieme, perché se dobbiamo evitare assembramenti all’interno delle classi li dobbiamo evitare anche in entrata e in uscita o annulleremmo ogni sforzo”. Così Anna Ascani, sottosegretaria all’Istruzione. Quanto ai “recuperi abbiamo previsto, nel decreto scuola, che inizino dal 1 settembre”. E per quello che riguarda settembre “i più piccoli devono assolutamente tornare a scuola in presenza e per loro prevediamo, piuttosto che tenerne una parte a casa e una parte a scuola, di moltiplicare le attività e ampliare l’offerta educativa facendo spazio nei curricula a quelle attività che troppo poco ne hanno trovato in questi anni: musica, arte, sport, creatività digitale, laboratori, educazione finanziaria… Abbiamo bisogno che comuni ed enti locali attivino la cabina di regia su questi temi perché ci serviranno più spazi per queste attività e le professionalità che possano accompagnare i ragazzi in questo tipo di esperienza”.

Fuori dall’Italia la scuola riapre in altre nazioni

Mentre in Italia l’anno scolastico 2019/2020 è ormai chiuso a causa della pandemia di coronavirus, in alcuni Paesi europei e non solo i governi hanno deciso di far tornare bambini e ragazzi a scuola, adottando però misure di sicurezza. Prima fra tutte le mascherine, obbligatorie per tutti gli studenti. Le classi sono poi state modificate, sistemando i banchi, solo singoli, e a distanza di almeno un metro e mezzo l’uno dall’altro. Gli insegnanti, invece, oltre che mascherine devono indossare anche una visiera protettiva. Precauzioni che potrebbero essere importate nel nostro Paese in vista della riapertura della scuola.

Folla sui Navigli e divieti non rispettati nei parchi

Folla sui Navigli a Milano, con tanti ragazzi a spasso anche senza mascherine e divieti non rispettati nei parchi. Nel capoluogo lombardo, con l’inizio della fase 2 l’allentamento delle restrizioni sta provocando un preoccupante ritorno a una vita “quasi normale” E l’infettivologo Massimo Galli, primario all’ospedale Sacco, avverte: “La città è una bomba, si rischia di richiudere di nuovo tutto”. Sui social hanno fotografato il ritorno dei Navigli alle “origini”. Gli scatti postati testimoniano che nel cuore della movida milanese c’è troppa folla e tanti passeggiano anche senza mascherine. E la polemica si è subito scatenata online, con richieste di molti cittadini al sindaco Sala: faccia più controlli per evitare il peggio.

Sala: “Divieti non rispettati nei parchi”

Proprio Giuseppe Sala fa notare che nei parchi pubblici di Milano è vietato utilizzare le aree attrezzate per i giochi dei bambini, misura che spesso non viene rispettata. “Capisco che è difficile – spiega – ma adesso cominceremo a fare un’opera di pulizia e sanificaizone di tutti gli spazi giochi e cercheremo anche cì di tenere lontana la gente. Appena si potrà ripartiremo anche da una situazione sanificata”. Il primo cittadino lancia un appello ai milanesi: “Bisogna avere prudenza, non penso che ne usciremo facilmente. Sarà una storia lunga purtroppo, anche se non si possono non vedere i miglioramenti. Va bene fare i controlli, ma controllare una città da 1,4 milioni di abitanti è impossibile, quindi sono costretto a chiedere ai cittadini di comportarsi meglio”.

Galli: In Lombardia il rischio di chiudere ancora è dietro l’angolo”

Il primario di Malattie infettive del Sacco di Milano avverte che il pericolo di richiudere in Lombardia, e in particolare a Milano, c’è. E a Repubblica spiega: “Le nuove diagnosi, soprattutto in città, riguardano cittadini riusciti finalmente a ottenere un tampone. Sono persone infettate da tempo. Questo significa che quella di Milano è una bomba, appunto perché in tanti sono stati chiusi in casa con la malattia. Abbiamo un numero altissimo di infettati, che ora tornano in circolazione. É evidente che sono necessari maggiori controlli. Poteva essere utile il test rapido, il cosiddetto ‘pungidito'”.

In Lombardia riaprono gli impianti per gli sport “individuali”

Intanto in Lombardia torna ad essere possibile svolgere le attività sportive individuali all’aria aperta nell’ambito dei rispettivi impianti, centri e siti sportivi. Lo prevede una nuova ordinanza della Regione. Saranno quindi consentiti, tra gli altri, golf, tiro con l’arco, tiro a segno, atletica, equitazione, vela, canoa, attività sportive acquatiche individuali, canottaggio, tennis, corsa, escursionismo, arrampicata sportiva, ciclismo, mountain-bike, automobilismo, motociclismo e go-kart.

Fontana: “Prima di decidere le riaperture vediamo i dati”

Frena sulle riaperture il governatore Attilio Fontana, che spiega: “Prima di poter parlare di dati per la riapertura bisogna vedere i dati”. E avverte che “su questa fase 2 si è posta troppa enfasi. Adesso dobbiamo capire gli effetti di questa prima riapertura e poi decidere i passi successivi”.

 

Rossella Avella: