Sono 83.324 gli attualmente positivi al coronavirus in Italia, in calo di 1.518 rispetto a sabato. Lo riferisce la Protezione civile, sottolineando che sono salite a 30.560 le vittime, con un incremento di 165 in un giorno: si tratta del dato più basso registrato dal 9 marzo. I casi totali arrivano a quota 219.070. I guariti sono invece 105.186, 2.155 in 24 ore. Mentre molti guardano già alla “Fase 3”, nelle prossime 24-48 ore dovrebbero partire le prime chiamate per sottoporre ai test sierologici le 150mila persone che faranno parte dell’indagine che permetterà di scovare la presenza di anticorpi specifici contro il coronavirus, consentendo di capire meglio quale può essere stato l’impatto del virus sulla popolazione e a fare una stima statistica del contagio in Italia del Covid-19. L’intenzione è di allargare successivamente le analisi attraverso il cosiddetto test dell’immunità, il cui avvio si è sbloccato dopo un impasse legato alla privacy, questione poi risolta con le indicazione del Garante. A sbloccare il dl è stata proprio la modifica sulla privacy sollecitata dal ministro Roberto Speranza. La macchina è già pronta, con un call center di 300 persone della Croce rossa che chiamerà le persone inserite nel campione per dare il via ai prelievi. Sono stati anche individuati tutti i laboratori che svolgeranno le analisi in ogni Regione.
Sono 6 le fasce previste dal campione
Le persone fragili potranno fare il prelievo a domicilio. Il test sarà gratuito e i risultati verranno comunicati alla persona. In caso di risultato positivo ci sarà un tampone di conferma. I campioni raccolti saranno consegnati, a cura della Croce Rossa Italiana, alla banca biologica dell’Istituto Spallanzani. I test permetteranno di “scattare una fotografia dello stato di salute degli italiani esclusivamente rispetto al Covid-19″, ha spiegato il sottosegretario alla salute Sandra Zampa. “La campionatura confermerà quello che gli scienziati dicono e cioè che l’80% della popolazione non è venuta in contatto con il virus”.
La responsabilità sarà delle Regioni
Il ministro Boccia lo ha chiarito: “Spero che con la differenziazione territoriale possano riaprire ovunque e poi sarà responsabilità delle singole Regioni regolarsi. Se i contagi andranno giù potranno riaprire anche altre cose. Se i contagi saliranno su dovranno restringere. E sarà più facile per tutti responsabilità e doveri”.
Ordinanza Toti, già da domani ok raccolta tartufi e seconde case
La Liguria si prepara a riaprire ristoranti, spiagge, bar e parrucchieri dal 18 maggio, mentre già domani un’ordinanza regionale allenta ulteriormente le restrizioni. “Non possiamo più aspettare”, ha ripetuto in ogni modo il presidente della Regione Giovanni Toti. “Con un R vicino a 0,5 mi sento sufficientemente tranquillo per dire che a partire dal 18 maggio in Liguria si riparte”, ha sottolineato anche sabato. Ora è pronta l’ordinanza che da lunedì 11 maggio allargherà ancora le maglie. In regione si potrà andare nelle seconde case con l’intero nucleo familiare, come pure andare in barca con tutta la famiglia e spostarsi nell’intero territorio regionale per fare sport, andare a funghi o a cercare tartufi. Già questa settimana poi riapriranno alberghi e affitta camere, e se sarà per ora solo per i lavoratori che debbano spostarsi per le attività consentite, pure sarà un’apertura importante a livello simbolico per una regione dove il turismo è così importante. Riapriranno poi già ora le attività commerciali legate alla cura della persona, come la vendita al dettaglio di articoli sportivi, in realtà già previste nelle modifiche al dpcm di Stefano Patuanelli, ma rese più esplicite nel decreto ligure. Dal 18 maggio invece la Regione conta di riaprire gli accessi alle spiagge libere e attrezzate, anche se con un controllo previsto agli ingressi. Saracinesche alzate, nelle intenzioni di Toti, anche per parrucchieri, estetisti e negozianti, mentre già da domani potranno recarsi nelle proprie attività a preparare la riapertura. “Ho sentito questa mattina il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia – ha annunciato Toti -. Stiamo lavorando con tutti i governatori affinché dal 18 maggio il Paese possa davvero ripartire. Da quella data infatti riapriranno tutti i negozi, parrucchieri ed estetisti, bar e ristoranti e tutto il resto. Il ministro mi ha confermato che è intenzione del Governo dare da quel momento piena autonomia ai territori circa le proprie scelte, ovviamente seguendo con attenzioni i dati dell’epidemia, per fortuna in costante calo”. L’auspicio del governatore della Liguria è ora che vengano diramate al più presto le linee guida dell’Inail e che “contengano regole attuabili, perché i 4 metri lineari tra i tavoli dei ristoranti che qualcuno ha anticipato come indiscrezione sarebbero inapplicabili per la maggior parte degli esercizi”.
La situazione in Alto Adige
Da questa mattina in Alto Adige sono aperti parrucchieri, bar e ristoranti, come previsto dalla legge provinciale approvata la scorsa settimana. I saloni stanno ricevendo i primi clienti con orario prolungato, in alcuni casi dalle 7 alle 21, per smaltire le lunghe liste d’attesa. Secondo le direttive provinciali, i parrucchieri indossano mascherine Ffp2, per i clienti basta una mascherina qualsiasi. Dopo un periodo di attività con asporto, riprendono il servizio ai tavoli anche ristoranti e bar, con una distanza minima di due metri fra un tavolo e l’altro. Anche qui obbligo di mascherina. La legge provinciale ha dato via libera anche ai musei, ma il lunedì è tradizionale giorno di chiusura.
Sotto a chi tocca
Subito dopo l’Alto Adige a ripartire con le attività commerciali saranno le altre Regioni. Il via libera arriverà da Conte nella videoconferenza con i ministri Boccia, Speranza e i governatori anche e soprattutto alla luce dei buoni dati sul contagio. L’indice di contagio non è mai andato oltre lo 0,7, un range sufficiente per potere premere il tasto play. A metà settimana saranno quindi rilasciati i protocolli di sicurezza elaborati dal Comitato tecnico scientifico, quindi verrà firmato un nuovo dpcm che consentirà le riaperture sull’intero territorio nazionale di bar, ristoranti, negozi al dettaglio, parrucchieri e centri estetici, a partire dal 18 maggio.
Come ripartiranno bar e ristoranti
Se possibile i clienti verranno fatti accomodare all’aperto. Sarà questa la linea guida per la riapertura di bar e ristoranti: sfruttare al massimo gli spazi esterni, se ci sono. In ogni caso la capienza dei locali sarà molto limitata, prevedendo almeno uno spazio di quattro metri quadrati a cliente. Se siedono allo stesso tavolo e ci sono i separatori in vetro o plexiglass la distanza tra cliente e cliente potrà essere ridotta anche a un metro e mezzo. La prenotazione sarà altamente consigliata, i buffet completamente aboliti. Le mascherine saranno obbligatorie prima e dopo i pasti, gli esercenti dovranno mettere a disposizione all’interno dei locali prodotti igienizzanti. L’obbligo di mascherine c’è ovviamente per i dipendenti, sia per chi serve che per chi lavora nelle cucine.
E negozi e parrucchieri?
I negozi sotto i 25 metri quadrati potranno far entrare solo un cliente alla volta. Se la porta del negozio è unica, al titolare spetterà evitare che i clienti si incrocino. Se ci sono due porte invece una verrà destinata all’ingresso, l’altra all’uscita. Per i negozi di abbigliamento: i vestiti una volta provati non vanno sanificati ma chi li prova dovrà indossare mascherina e guanti. La sanificazione dei negozi invece deve avvenire ogni giorno. Anche per i parrucchieri, oltre a tutti i dispositivi di sicurezza previsti (mascherina, guanti, visiere) . Resta valida la regola di un solo cliente alla volta. Ne saranno consentiti più di uno solo se le postazioni di lavoro si trovano alla distanza necessaria. Nessuno dovrà aspettare il proprio turno all’interno, anche per questo la prenotazione del servizio sarà obbligatoria.
Chi resta al palo
Nulla cambia invece quelle attività ad alto rischio assembramento come cinema, teatri, concerti, eventi pubblici e sportivi, oltre che piscine e palestre. Mentre gli stabilimenti balneari dovrebbero ripartire a fine mese: sarà decisivo l’indice R0 rilevato nella settimana tra il 18 e il 25 maggio.
Dal 18 ok alle seconde case, ma solo nella stessa Regione
Dal 18 sarà poi possibile trasferirsi nelle seconde case di prorietà, a patto che si trovino nella stessa Regione di residenza. Per muoversi in altre Regioni rispetto a quella di residenza bisognerà invece aspettare ancora qualche settimana.