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Covid-19, sono in crescita le vendite alimentari online

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Il Coronavirus ha obbligato i governi dei paesi europei come anche quelli di altri continenti a limitare la circolazione dei cittadini fino ad costringerli a rimanere nelle proprie abitazioni. Una situazione complessa, dall’equilibrio sociale precario, che ha spinto molte persone a cercare delle vie alternative per soddisfare i bisogni primari quotidiani senza correre il rischio di uscire di casa per andare a fare le compere nei supermercati, per esempio. Si è così sviluppato il sistema di spesa online e forse si è aperta una nuova frontiera che cambierà le abitudini di molti.

I dati in crescita

Il covid-19 ad una maggiore consapevolezza da parte, anche, delle aziende alimentari sugli investimenti da fare in ambito di digitalizzazione. Ne è convinta la sales director di Kooomo, piattaforma leader nell’e-commerce, Anastasia Sfregola. “L’acquisto online dei generi alimentari dovuto all’effetto scorte – fa notare la manager – ha trovato impreparati i reparti e-commerce principalmente delle catene delle Grande distribuzione che non avevano mai fronteggiato una situazione simile. Basti pensare che Esselunga in Italia in pochi giorni ha visto crescere la richiesta di spesa online dall’1% al 20%“.
Un’impennata confermata dai dati Nielsen sulle vendite online dei prodotti alimentari, ricorda la manager, in aumento nelle ultime tre settimane dell’81% rispetto allo scorso anno, con un incremento del 30% rispetto al periodo che ha preceduto l’esplosione dell’emergenza. “Una notizia che va letta sotto due angolazioni” -precisa Sfregola- “perché se il digitale rappresenta una risorsa indispensabile per gestire situazioni di emergenza, è proprio in circostanze come queste che s’impone un ragionamento su quali scelte fare nei processi di trasformazione”. Secondo la manager: “alla filiera agroalimentare, che si è trovata nel mezzo di una mole di richieste senza precedenti, serve una tecnologia diversa, pronta a sostenere una quantità di ordini più grandi. Questo test inaspettato dovuto al coronavirus – conclude – porterà sicuramente a un nuova era digitale soprattutto per chi deve gestire beni primari”.

Gianpaolo Plini: