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Covid-19, gli scienziati: “Mantenere i servizi essenziali e mettere tutto il resto in pausa”

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Cosa sta accadendo ai cittadini nell’epoca del Coronavirus lo si è ben capito. Ma cosa succederà dopo? Quali ricadute economiche e, quindi, sociali, bisogna aspettarsi da questa pandemia che si trasformerà a breve in una crisi economica mondiale? Un gruppo di sociologi ed economisti iniziano ad avanzare delle proposte per la ripresa dell’Italia.

Le parole

Attraverso un appello rivolto al governo ed alle istituzioni europee, dei sociologi e degli economisti chiosano: “Abbiamo le scuole chiuse, gli stadi sbarrati, ma gli uffici e le fabbriche aperte. Alcuni lavoratori sono stati messi in condizione di lavorare da casa, ma sono una minoranza. Si sta in sostanza creando una discriminazione tra lavoratori che stanno al front-office e quelli nelle retrovie”. La gravità della situazione porta gli scienziati a ritenere che le scuole non riapriranno certo alla metà di marzo e che ci sia la necessità di apporre misure emergenziali: “Il panico sta montando e bisognerebbe contrastarlo immediatamente senza dividere il mondo del lavoro, e facendo scelte radicali per fermare il contagio. Insomma, se si vuole veramente porre un freno al diffondersi del virus bisogna prendere una decisione conseguenziale: andiamo tutti in ferie obbligatoriamente  per 15 giorni, come fossimo nel mese di agosto” – e continuano-  “questi giorni di lavoro persi potranno essere recuperati parzialmente in seguito, riducendo vacanze estive e natalizie. In altri termini, cambiando il calendario annuale dei giorni festivi e delle ferie“. “Il governo dia un sostegno economico a chi non può fare a meno di lavorare e dia una seria ricompensa a quei lavoratori che dovranno continuare ad operare nei servizi essenziali, a partire dal comparto sanitario. Per le imprese è ugualmente urgente bloccare mutui, fidi e presti bancari, con una moratoria di almeno un mese, salvo proroghe.  Il governo italiano porti questa istanza a livello della Ue e tutta la popolazione europea gli sarà riconoscente. Manteniamo i servizi essenziali, ma tutto il resto si prenda una pausa. Ferie subito”. Sulla stessa linea anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori: “Mi sento di dire alle imprese che considerino questo marzo come il mese di agosto, quando in italia tutto si chiude. Poi lavoreremo ad agosto quando tutto questo sarà finito”.

Gianpaolo Plini: