I casi di coronavirus a livello mondiale hanno superato la soglia dei due milioni: è quanto emerge dal conteggio aggiornato del sito world ometers (Dadax), che partecipa al Progetto Real Time Statistics gestito da un team di ricercatori e sviluppatori internazionale. Nel complesso, i casi sono ora a quota 2.000.743, mentre il numero dei decessi è salito a 126.776 e quello delle persone guarite a 484.781.
Guterres “ora non è il momento di tagliare fondi a Oms”
Ora “non è il momento” di ridurre le risorse per l’Organizzazione mondiale per la Sanità. Così il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha replicato all’annuncio di Donald Trump della sospensione del versamento dei fondi Usa all’Oms.
In una dichiarazione, Guterres ha sottolineato che ci troviamo a fronteggiare una crisi, quella del coronavirus, “senza precedenti che richiede una risposta senza precedenti”. “Ovviamente, in queste condizioni, è possibile che gli stessi fatti abbiamo letture diverse da diverse entità – prosegue la dichiarazione – quando finalmente avremo voltato la pagina di questa epidemia, ci sarà il tempo per guardarsi indietro e capire come questa malattia sia emersa e come abbia diffuso la sua devastazione così velocemente in tutto il mondo e come tutti hanno reagito alla crisi”. “La lezione appresa sarà essenziale per affrontare in modo efficace simili sfide che potranno emergere in futuro – ha concluso il capo dell’Onu – ma ora non è il momento. Come non è anche il momento di ridurre le risorse per le operazioni dell’Oms o di altre organizzazioni umanitarie che stanno combattendo il virus”.
Anche Gates contro Trump, Oms necessaria “come non mai”
Insieme a Guterres anche Bill Gates scende in campo contro la decisione del presidente Usa, Donald Trump, di interrompere i finanziamenti statunitensi all’Oms, accusata di cattiva gestione e di un approccio filo-cinese all’emergenza coronavirus. “Interrompere il finanziamento all’Oms durante una crisi sanitaria mondiale è pericoloso proprio come sembra”, ha scritto su Twitter il fondatore di Microsoft. “Il loro lavoro sta rallentando la diffusione del Covid-19 e se il loro lavoro si interrompe nessun’altra organizzazione potrà rimpiazzarli. Il mondo ha bisogno dell’Oms come non mai”.
Il segretario di Stato difende Trump
L’Organizzazione Mondiale per la Sanità non ha fatto il suo lavoro nel gestire l’epidemia di coronavirus. Lo ha detto il segretario di Stato, Mike Pompeo, dopo che Donald Trump ha bloccato i fondi all’Oms. “Abbiamo bisogno di trasparenza, di un’Organizzazione Mondiale per la Sanità che faccia il suo lavoro, svolga la sua funzione primaria che è garantire che il mondo abbia informazioni accurate, tempestive, efficaci e vere riguardo a quello che succede nella sanità globale. E questo non l’hanno fatto”, ha detto Pompeo parlando a Fox News.
Ue: Centeno, eurobond sul tavolo ma no a divisioni Nord-Sud
Il presidente dell’Eurogruppo Centeno non esclude il ricorso agli eurobond per far fronte all’emergenza economica, ma mette sul piatto anche l’utilizzo del bilancio Ue. Il suo pensiero lo spiega in un’intervista al Corriere della Sera. Si è stimato che servano fino a 1.500 miliardi Eurobond, si o no?. “Non necessariamente, ma non lo escludo. C’è una proposta di usare il Quadro finanziario pluri annuale, cioè il bilancio europeo, e un’altra di emettere debito comune. Le due non si escludono necessariamente. L’importante, lo ripeto, è spalmare nel tempo il costo della risposta”. La cosa importante, aggiunge, “è cercare di assicurare un piano di gioco equilibrato per tutti“. Centeno ritiene che si debba fare in modo che “gli strumenti usati siano il più simili possibile in tutta Europa. Anche per evitare che poi la ripresa non sia troppo lenta. Qualche istituzione ha stimato una risposta da 700-1.000 miliardi di euro, forse 1.500. Cifre a dodici zeri. Non siamo abituati a pensare a questo tipo di cifre, ma non dobbiamo definirle nelle prossime settimane. Prima ci sarà da capire come e quando si torna indietro dal lockdown”. Per poi specificare: “Siamo economie aperte, non ha molto senso per un Paese aprire se gli altri in Europa o nel mondo restano chiusi. Ci vorrà moltissimo coordinamento”.
Si vota in Sud Corea
Seggi aperti in Corea del Sud per le elezioni parlamentari che si stanno svolgendo con rigide misure protettive contro la diffusione del coronavirus. Il dato di affluenza alle urne, a sette ore dall’inzio delle operazioni di voto, è del 49,7%, di oltre 11 punti percentuali più alto di quello registrato quattro anni fa. Questa affluenza comprende anche gli elettori sudcoreani, oltre un quarto dei 44 milioni di aventi diritto al voto, che hanno scelto di votare in anticipo durante il weekend. Per recarsi a votare sono obbligatorie mascherine e guanti, prima di entrare nei seggi viene controllata la temperatura e durante le operazioni di voto devono essere mantenute le distanze di sicurezza. Gli ultimi sondaggi davano il Partito democratico del presidente Moon Jae è favorito ed i sondaggi lo davano in netto vantaggio sui conservatori del Partito Unito del Futuro, anche grazie alla risposta efficace dal parte del governo all’epidemia. Con una politica di test a tappeto, la Corea del Sud è infatti riuscita a contenere la diffusione del virus, diventando un modello per altri Paesi. Ieri per il secondo giorno consecutivo i casi confermati sono stati meno di 30. In totale oltre 10.500 persone sono risultate positive al virus nel Paese.
46 nuovi casi in Cina
La Cina ha avuto martedì 46 nuovi casi di infezioni da Covid-19, di cui 36 importati e 10 interni, relativi alle province di Heilongjiang (8) e Guangdong (2). La Commissione sanitaria nazionale (Nhc), negli aggiornamenti quotidiani, ha segnalato anche un nuovo decesso nell’Hubei, la provincia epicentro della pandemia, per un totale di 3.342. I casi importati sono saliti a 1.500 unità, di cui 596 risoltisi con la dimissione dagli ospedali dopo la guarigione e 904 ancora in cura, mentre sono 45 pazienti in gravi condizioni. Il totale delle infezioni si è portato a 82.295 unità, mentre il tasso di guarigione è salito al 94,5% grazie alle 77.816 persone che hanno superato il virus. Gli asintomatici accertati ieri sono stati 57, di cui tre importati: il totale è salito a 1.023, di cui 228 provenienti dall’estero, e tutti restano ancora sotto stretta osservazione medica. “La Cina ha gestito il virus in modo trasparente e tempestivo, senza ritardi e insabbiamenti”: lo sostiene l’ambasciatore cinese in Italia Li Junhua, sottolineando che “l’atteggiamento aperto, trasparente e responsabile della Cina è stato riconosciuto dalla comunità internazionale e dall’Oms”. In un’intervista a Repubblica, Junhua ribadisce che anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha rigettato le accuse, prive di fondamento, secondo cui i dati cinesi non sarebbero trasparenti”.
L’inchiesta sulla Ruby Princess
Sarà oggetto di una commissione speciale d’inchiesta, in aggiunta all’indagine penale della polizia, la vicenda della nave da crociera Ruby Princess, da cui furono fatti sbarcare il 19 marzo a Sydney 2.700 passeggeri nonostante alcuni mostrassero sintomi del coronavirus e fossero stati testati per il virus. I risultati dei test non erano stati ricevuti quando fu permesso lo sbarco. Da allora 18 passeggeri sono morti e centinaia di casi nella comunità sono stati collegati alla nave. La premier del Nuovo Galles del Sud, Gladys Berejiklian, ha incaricato di presiedere l’inchiesta il noto avvocato Bret Walker, che ha appena condotto con successo davanti all’Alta Corte l’appello contro la condanna per pedofilia del cardinale George Pell. A Walker verranno conferiti “poteri straordinari”per indagare su tutte le questioni e le entità coinvolte nella vicenda, in particolare sull’assegnazione di responsabilità tra il ministero della Sanità del New South Wales e la Border Force dal governo federale. L’indagine dovrebbe riferire al Premier fra tre o quattro mesi e non è chiaro se si terranno audizioni pubbliche. La polizia ha indicato a sua volta che intende interrogare tutti i passeggeri, anche quelli rientrati in patria, mentre si prevede che le indagini dureranno cinque mesi. Intanto la Ruby Princess è attraccata a Port Kembla a sud di Sydney da una settimana e una compagnia sanitaria privata, la Aspen Medical, è incaricata di valutare le necessità di assistenza tra i membri dell’equipaggio. Almeno 128 membri di questi sono risultati positivi al Covid-19 e molti sono stati evacuati e ricoverati in ospedale.
Il governo della Nuova Zelanda dona lo stipendio
La premier neozelandese, Jacinda Ardern, e il resto del suo esecutivo doneranno il 20% del loro stipendio per i prossimi sei mesi per contribuire alla lotta contro il Covid-19. “É la decisione giusta”, ha scritto in una nota la carismatica, giovane premier, “il riconoscimento che ogni persona e organizzazione ha il suo ruolo nella lotta comune contro il Covid-19 e per salvare vite umane”. La premier neozelandese guadagna l’equivalente di circa 21 mila euro al mese, mentre i suoi ministri 11.500 euro circa. L’ammontare totale della donazione sarà di circa 1,6 milioni di dollari neozelandesi (pari a 884.000 euro) e contribuirà allo sforzo finanziario del governo per far fronte alla crisi (tra le misure approvate uno stanziamento di 9 miliardi di dollari neozelandesi, quasi 5 miliardi di euro, da versare ai lavoratori locali, un milione e mezzo circa). Con oltre 1.000 casi confermati e 9 decessi, la Nuova Zelanda è riuscita a contenere la diffusione del coronavirus adottando misure rigorose come il confinamento totale deciso il 26 marzo scorso. Nell’attuale pandemia, altri governi hanno già deciso di rinunciare a parte dei loro stipendi. A Singapore, il premier (peraltro il più pagato al mondo, circa 120 mila euro al mese) ha donato un mese di emolumenti insieme a tutto l’esecutivo; a marzo anche il primo ministro thailandese, Prayut Chan-ocha, ha annunciato la donazione di un mese di stipendio; e ad aprile lo ha fatto il presidente filippino, Rodrigo Duterte, che guadagna l’equivalente di circa 7 mila euro al mese.