Partirà a metà maggio la sperimentazione del “passaporto vaccinale” europeo, mentre per quella data in Italia dovrebbe entrare in vigore la carte verde nazionale per gli immunizzati per consentire lo spostamento libero tra le regioni. Lo ha ricordato il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi alla conferenza stampa successiva all’incontro dei ministri del turismo all’interno della cornice del G20: “Noi dobbiamo offrire regole chiare e semplici per garantire che i turisti possano venire da noi in sicurezza. Il governo italiano ha introdotto un pass verde nazionale, che entrerà in vigore già a partire dalla seconda metà di maggio e permetterà alle persone di muoversi tra le regioni”. Un documento messo a punto dai presidenti delle Regioni italiane suggerisce delle linee guida al governo per le visite agli anziani nelle residenza sanitarie assistenziali.
Il green pass italiano
La misura era stata prevista nel decreto Riaperture del 26 aprile scorso. L’atto avente forza di legge consente gli spostamenti tra Regioni diverse nelle zone bianca e gialla, e permette a chi fosse munito del “green pass” di muoversi pure tra le Regioni e le Province autonome in zona arancione o zona rossa. La certificazione può essere rilasciata anche dal medico di famiglia agli immunizzati, ovvero chi ha fatto tutte e due le dosi di vaccino o si è ammalato di Covid ed è guarito. In entrambi i casi è valido per sei mesi (dal termine del ciclo vaccinale nel primo caso e dal certificato che attesti la guarigione). Lo può ricevere anche chi ha effettuato test molecolare o test rapido ed è risultato negativo, e vale 48 ore. In attesa delle indicazioni del Ministero della Salute per la sua introduzione effettiva, per spostarsi dalla zona arancione e dalla zona rossa – oltre ai casi per cui serve l’autocertificazione che attesti motivi di lavoro, di saluto o di emergenza – servono la certificazione dell’avvenuta vaccinazione (a non oltre sei mesi dal richiamo) o un tampone con esito negativo eseguito non da non oltre 48 ore. Per le visite nelle residenze sanitarie assistenziali, le Regioni in un alcune linee guida che intendono proporre al governo hanno scritto che “si prevede l’ingresso solo a visitatori o familiari in possesso di Certificazione Verde Covid-19”, o in alternativa i certificati che attestino l’avvenuta vaccinazione, la guarigione o tampone negativo nelle 48 ore precedenti.
Il progetto europeo
Il mese di giugno sarà cruciale per la messa a punto dei certificati verdi digitali europei validi per l’intera area dell’Unione. Il sistema dovrebbe essere operativo dal primo giugno, mentre si spera di di adottare il regolamento per il loro funzionamento in vigore entro la fine del mese. A quel punto il “green pass” europeo sarà un diritto dei cittadini dell’Ue. Il passaporto vaccinale comunitario spetterà a chi è stato vaccinato e a chi può esibire un tampone molecolare negativo effettuato nelle 48 ore precedenti, minori compresi – tranne i bambini di età inferiore ai due anni. Il certificato servirà per attestare, tramite Qrcode oppure in formato cartaceo, l’avvenuta vaccinazione e il numero di dosi ricevuto, la guarigione entro i sei mesi precedenti con la presenza dei relativi anticorpi o l’esito negativo di un tampone. Resterà in capo agli Stati membri, comunque, stabilire i requisiti d’ingresso nel loro Paese. Il primo gruppo di Paesi dove avrà luogo la sperimentazione, intorno al 10 maggio, comprende Francia, Malta, Olanda, Lussemburgo, Estonia, Svezia, Croazia, Bulgaria, Spagna, Italia, Lituania, Germania, Repubblica Ceca, Austria, Islanda e Grecia. Il secondo, formato da Lettonia, Romania, Cipro, Irlanda, Portogallo, Polonia, Danimarca e Slovenia, partirà a fine maggio mentre cinque Paesi, Ungheria, Belgio, Norvegia, Liechtenstein e Slovacchia, non parteciperanno alla sperimentazione per poi connettersi alla piattaforma direttamente in fase di attuazione.