“La sindrome del Coronavirus colpisce anche gli aficionados del mondo dell’eros a pagamento. E poiché nella maggior parte dei casi non si dichiara di avere frequentato luoghi come centri massaggi o a luci rosse, il sommerso è una regola in questo tipo di situazione. Per cui, la sorveglianza di luoghi dove, in maniera celata, ci possano essere queste pratiche, sicuramente può essere un’arma in più per bloccare la diffusione dell’epidemia”. Lo afferma in una nota Gabriella Fabbrocini, direttore di Dermatologia e Venereologia presso l’Università degli Studi ‘Federico II’ di Napoli. “La prostituzione aumenta il rischio di contrarre infezioni trasmissibili sessualmente che certamente rappresentano un importante problema di sanità pubblica per i risvolti sanitari, sociali ed economici che comportano. Inutile processare le persone, ma sicuramente i comportamenti a rischio sono quelli che creano promiscuità in queste situazioni e quindi tutto può essere stato agevolato da determinati comportamenti”. Contro le malattie sessuali “è presente un piano depositato al ministero della Salute che come commissione del Consiglio superiore di sanità, di cui ho fatto parte fino al 2019, presentammo per la prevenzione. Questo momento drammatico che sta vivendo il nostro paese potrebbe essere una occasione per rilanciare questo tipo di azione. Non esiste letteratura nella connessione tra malattie veneree o sessualmente trasmissibili e il Covid19, ma da medico consiglio di vigilare sulle proprie condizioni di salute senza sottovalutare neanche piccoli disturbi rivolgendosi subito al proprio medico di fiducia”, conclude Fabbrocini.
Piemonte
In Piemonte 54 persone sono in isolamento domiciliare, stando agli ultimi dati diffusi dalla Regione. Tra le persone in quarantena con sorveglianza attiva per il sospetto di contagio Coronavirus c’è anche un agente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino. Sarebbe il primo caso nell’ambito delle carceri piemontesi.
Umbria
Secondo i dati diffusi dalla Regione sono complessivamente 24 le persone positive al Covid-19 in Umbria, otto gli ultimi scoperti. I nuovi pazienti sono in isolamento nelle loro abitazioni seguiti dai medici delle Usl Umbria 1 e 2. Le persone in osservazione sono 348, sempre in base ai dati della Regione. Sono in “buona salute”, ma sotto controllo medico perché venute a contatto con soggetti risultati positivi al virus. Di questi, 258 sono nella provincia di Perugia e 90 in quella di Terni. Dei 24 soggetti positivi restano ricoverati in quattro, due in terapia intensiva all’ospedale di Perugia, uno nel reparto di malattie infettive del nosocomio di Terni e un altro in quello di Perugia.