Se una bella notizia c’è in questa pandemia di Covid-19, questa viene dalla Cina. Il Paese che da dicembre – stando alle fonti ufficiali – ha combattuto con il temibile coronavirus, ora ha vinto. Nessun caso di contagio è stato confermato a Wuhan nelle ultime ore Wuhan, la città-focolaio del virus, città liberata. Ieri hanno colpito il mondo le immagini dei medici che si abbracciavano tra loro: mascherina ancora indosso, ma distanza rotta, oltre i protocolli governativi, quelli che hanno salvaguardato la salute di tanti, in un’emergenza sanitaria che, fino a due mesi fa, sembrava insormontabile. La città nella provincia dell’Hubei presenta il conto più salato: 3mila decessi e un team di medici giunti da ogni parte del Paese. Ora quella stessa metropoli, prima incriminata, poi guardata come modello per la sua risposta tempestiva al nemico invisibile – 16 ospedali da campo nella città di 10 milioni di abitanti -, può guardare al futuro con speranza, la stessa speranza che restituisce al mondo intero. Il presidente Xi Jinping avverte: tornare alla normalità sarà difficile, la guardia resta alta. Perché se lentamente riprende l’economia e la catena di montaggio, d’altro canto quello che fu l’Impero Celeste vuole ritornare a brillare della sua luce, fatta di cautela e prudenza. Lo dimostrano le frontiere, dove il livello d’allarme è ancora alto: nella giornata di ieri, sono stati registrati 34 contagi “di rientro”. La Repubblica Popolare Cinese sta mettendo in piedi nuovi strumenti di contenimento per chi giunge dal resto del mondo.
Spagna
Dopo l’Italia, la Spagna è il secondo Paese europeo più colpito dal Covid-19. Al centro di un possibile cluster di contagio è la Capitale del Paese iberico. Ieri il presidente della Regione di Madrid, Isabel Díaz Ayuso, ha dichiarato che almeno otto madrileni su dieci contrarranno il coronavirus: “Avranno sintomi lievi ” ha detto, aggiungendo però che “sarà un problema” per la popolazione vulnerabile, vale a dire circa il 15% delle persone. Le dichiarazioni a un’emittente spagnola hanno diffuso la paura: “Questo virus è in Spagna da più tempo e si diffonderà praticamente a tutti, e nella maggior parte dei casi non lascerà segni duraturi. Ma il problema è la popolazione vulnerabile”, ha dettoo Díaz Asuyo. Come confermano i casi negli altri Paesi, questa malattia è “letale” per le persone anziane in condizioni fragili e “può porre fine alla vita di una persona che si trova nel gruppo” più vulnerabile in 24 o 48 ore. Oggi la città di Madrid conta 580 posti letto già occupati e il Governo di Spagna sta studiando metodi più tempestivi per individuare il coronavirus nelle persone apparentemente asintomatiche. Secondo i dati forniti dal Ministero della Sanità spagnolo, nel Paese i contagiati sono 17.147, di cui 939 in terapia intensiva. Si registrano 767 decessi e 1.107 guariti.
La Francia segue la curva italiana
Come in Italia, anche in Francia il contagio non è uniforme. Il Paese conta un totale di 10.995 contagi, di cui 4.4.61 ricoverati in ospedale e 1.122 in terapia intensiva. I decessi sono 372. Ma il ministero della Salute francese tiene alta l’allerta, perché i casi di contaminazione raddoppiano ogni quattro giorni: “L’epidemia è grande e si sta diffondendo, con una rapida e intensa circolazione virale” ha dichiarato il direttore generale della sanità, Jérôme Salomon, stimando una quasi certa sottostima dei contagi rispetto alla realtà. Nel suo punto epidemiologico, il portale di Salute Pubblica ha reso noto che le regioni più colpite sono Grand Est, Ile-de-France e Hauts-de-France. L’Ile-de-France è oggi la regione più colpita con 3384 casi confermati ieri sera, mentre le altre maggiori fonti di contaminazione sono la regione del Grand Est (2.643 casi), Alvernia-Rodano-Alpi (1.014 pazienti con diagnosi), Hauts-de-France (700 casi), Bourgogne-Franche-Comté (696 casi) ) e la regione di Paca (693 casi).
Regno Unito: appello ai medici in pensione
Il governo a trazione Tory ha inviato 65mila lettere a medici e infermieri in pensione chiedendo loro di tornare a lavorare per combattere l’emergenza del Covid-19. È l’altra faccia dell’emergenza, quella più tragica fatta di ospedali sovraccarichi e mancanza di dispositivi sanitari, dalle semplici mascherine ai ventilatori. Nel Paese si contano 3.269 positivi e 144 decessi. Ruth May, a capo dell’Ordine Infermieri inglese, ha dichiarato: “Sto esortando tutte le ex e gli ex infermieri a prestarci la loro competenza ed esperienza durante questa pandemia, perché non ho dubbi sul fatto che possano aiutare a salvare vite umane”. Anche Stephen Powis, direttore medico nazionale del Servizio sanitario nazionale, ha dichiarato che il reintegro dei pensionati “farà la differenza più che mai, non solo per i pazienti, ma per i colleghi e la comunità in generale”. Intanto, secondo quanto riporta la BBC, oggi molte attività nel Paese saranno chiuse. La Chiesa cattolica in Gran Bretagna sospenderà le messe e liturgie pubbliche fino a nuovo avviso. Anche sul fronte economico, c’è una svolta: la Banca d’Inghilterra ha ridotto i tassi di interesse dallo 0,25% allo 0,1%, il livello più basso della sua storia.
In Germania raddoppiati i decessi in un giorno
Le autorità sanitarie tedesche sono preoccupate: nel Paese si contano 15.320 casi positivi e 44 decessi. Le regioni più colpite sono la Renania settentrionale-Vestfalia (4971), dove giovedì si è riscontrato il maggior aumento di infetti – il numero di casi è quasi raddoppiato. Seguono il Baden-Württemberg (2740) e la Baviera (2282). Amburgo è la città che conta più casi, in termini di popolazione . Vi sono 27,80 casi confermati per 100.000 abitanti. Il numero più piccolo di malattie per 100.000 abitanti è la Turingia con 4,57. Il Ministero della Salute in Baviera ha riferito che soltanto ieri il numero di morti è quasi raddoppiato in un giorno. Altri sei casi sono stati segnalati giovedì, a Monaco. In totale, il loro numero nello stato libero è di 13. L’ufficio sanitario statale bavarese ha contato 2.282 infezioni entro giovedì pomeriggio.
Stati Uniti: California “a casa”
Impennata di contagi negli Stati Uniti, dove ogni giorno vengono registrati centinaia di tamponi positivi. Al 19 marzo, gli Usa contano 14.280 contagi, con pazienti segnalati in tutti e 50 gli Stati, inclusa Washington, D.C. e Guam, Portorico e le Isole Vergini americane. Si contano almeno 210 decessi, con Washington che registra il numero più alto. Dopo aver dichiarato lo stato d’emergenza la scorsa settimana, ieri il governatore della Californai, Gavin Newsom, ha ordinato a tutti i residenti dello Stato, circa 40 milioni di persone, di stare a casa per contrastare la rapida diffusione dell’epidemia. Da Los Angeles a San Francisco scatta è scattata la chiusura di attività e negozi: “L’isolamento a casa non è la mia scelta preferita ma ora è necessaria”, ha detto il governatore, mentre in tutto il Paese il numero dei contagi è raddoppiato. È stato anche rimandato l’incontro del G7 di Camp David che non sarà più offline ma in videoconferenza. Lo ha annunciato in una nota la Casa Bianca. Il presidente statunitense ha già tenuto una videoconferenza con gli altri leader del G7 all’inizio di questa settimana, e ne sta pianificando altre nei mesi di aprile, maggio e giugno.