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Coronavirus, Decaro (Anci): queste le misure di contenimento per il Sud

Il sindaco di Bari e presidente dell'Associazione Comuni italiani a Interris.it: "Impensabile abbassare la guardia ora"

Parte dal sostegno ai Comuni l’impegno del governo in favore delle fasce più deboli, affidando alle amministrazioni locali un fondo per garantire, equamente, la distribuzione di contributi economici per l’acquisto di beni di primissima necessità. Un primo passo in direzione di un piano di aiuti che, inevitabilmente, dovrà comprendere altre misure per il sostegno al reddito. Il tutto, in un quadro complessivo che parla di un Paese ancora in fase di emergenza coronavirus, che necessita di azioni di contrasto e, per quanto riguarda il Meridione, di un’indispensabile prosecuzione delle misure di contenimento, al fine di scongiurare scenari come quelli visti nel Nord Italia. Interris.it ne ha parlato con Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci): “Le misure di contenimento imposte sono l’unica nostra arma di difesa“.

 

Sindaco Decaro, il governo italiano ha appena disposto uno stanziamento per i comuni italiani, disponendo un fondo di 400 milioni che mira a imporre un’accelerazione nel superamento delle burocrazie e avvicinarsi maggiormente alla popolazione colpita dall’emergenza. Ritiene sia una misura sufficiente a garantire perlomeno il superamento della fase critica sul piano delle necessità primarie?
“Ritengo che sia una risposta immediata alle difficoltà che vivono ogni giorno tantissime famiglie. Si tratta di una prima somma stanziata esclusivamente per l’acquisto di alimenti e beni di prima necessità in attesa che le famiglie possano accedere agli altri strumenti di sostegno al reddito messi in campo dal Governo, come la cassa integrazione in deroga o il bonus per i lavoratori che hanno partita Iva”.

Le misure di contenimento si sono rivelate fondamentali per ridurre, sia pure ancora parzialmente, la curva dei contagi. In questo senso, il suo comune ha incontrato difficoltà nella predisposizione dei controlli? Secondo lei può essere di ulteriore supporto la presenza dell’esercito?
“Le misure di contenimento, soprattutto qui al sud, dove dovevamo sfruttare i giorni di vantaggio che avevamo rispetto alla corsa del virus iniziata in altre regioni italiane sono state fondamentali. Probabilmente hanno salvato migliaia di vite e potranno salvarne ancora. Di certo sono serviti i controlli, serrati, e le sanzioni. Noi sindaci abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere per far comprendere l’importanza dell’isolamento e del distanziamento, e quando è stato necessario abbiamo chiesto al ministro Guerini anche l’impiego dei militari nei territori dove già erano presenti per il programma Strade sicure”.

Secondo quanto riferito dal presidente dell’Iss, abbiamo raggiunto il plateau nella crescita dei contagi ma al Sud si mantiene ancora uno stato di fortissima allerta. Qual è la situazione al Meridione? Le misure di contenimento potrebbero limitare un’esplosione di contagi che rischierebbe di mettere in difficoltà il comparto sanitario locale?
“Le misure di contenimento imposte sono l’unica nostra arma di difesa contro il virus. In questa drammatica situazione ognuno di noi rappresenta allo stesso tempo il problema, in quanto agente di contagio, e la soluzione, con l’isolamento. Già un mese fa le misure di contenimento e la quarantena fiduciaria hanno salvato i territori del sud dalla diffusione smisurata dell’epidemia, ora però non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia. Oggi è ancora più importante continuare a rispettare le regole perché in questo momento in cui tanti operatori sanitari sono allo stremo delle forze, non possiamo permetterci di appesantire ulteriormente il loro lavoro con contagi irresponsabili”.

A un mese dall’emergenza è arrivata la prima giornata di lutto nazionale. Quanto è importante, in un periodo così complesso, dar spazio a momenti di vicinanza collettiva? Ritiene sia stato un segnale incoraggiante anche pensando a quella che sarà la fase successiva all’emergenza?
“L’iniziativa  è stata promossa dall’Anci su tutto il territorio nazionale su impulso  di Gianfranco Gafforelli, presidente della provincia di Bergamo, uno dei territori italiani più colpiti dal contagio. E sono stati tantissimi i sindaci italiani che hanno colto l’occasione per dare un abbraccio virtuale ai nostri colleghi in maggiore difficoltà e per inviare un segnale di unità e solidarietà al Paese intero. In questo momento dobbiamo restare uniti e avere fiducia nel fatto che l’unico modo per uscire da questa drammatica situazione è procedere uniti nella stessa direzione”.

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