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Coronavirus, da oggi l’Italia è zona protetta. Ecco cosa cambia

"Non c'è più tempo" dichiara il premier Conte. Si estendono le restrizioni in tutto il Paese.

Un cambio di passo necessario. Da oggi, restare a casa non è più un invito affidato al senso civico degli italiani, poiché tutta l’Italia è zona protetta: “Italia fragile” l’ha chiamata ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Un provvedimento che non ci si aspettava, ma necessario dopo che, solo nella giornata di ieri si è registrato il 25% del contagio: “I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante delle persone in terapia intensiva e purtroppo delle persone decedute. Le nostre abitudini vanno cambiate ora: dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia” ha detto Conte. Nel nostro Paese si registrano 7.985 malati per il nuovo coronavirus: 1.598 casi in sole 24 ore. Anche i guariti aumentano: 724, ossia 102 in più rispetto a ieri.

Coronavirus a Roma: in mascherina davanti alla Fontana di Trevi – Foto © Roberto Pizzoli per AFP

Cosa prevede il nuovo decreto

Con il nuovo decreto, in vigore a partire da oggi, non si potrà uscire dal proprio domicilio se non per “comprovati motivi”, come il lavoro, l’assistenza ed ogni altra grave necessità. Stop anche alla movida: non sono più consentiti assembramenti di ogni sorta. I locali pubblici, come bar e ristoranti, hanno l’obbligo di chiudere alle ore 18. Sono sospesi tutti gli eventi di carattere ludico, culturale e religioso. Nei weekend fino al 3 aprile saranno chiusi tutti i centri commerciali.

Scuole chiuse

Con il nuovo dpcm, chiudono tutte le scuole e le università su territorio nazionale almeno fino al 3 aprile prossimo, anche se non è escluso che la chiusura sia allungata fino a dopo la Pasqua. Ieri la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha spiegato in video conferenza ai rappresentanti degli studenti che salteranno le prove Invalsi e, con tutta probabilità, anche l’esame di maturità potrebbe essere snellito, dato il programma ridotto.

Sport fermo

Dopo alcune esitazioni e polemiche palpabili, con il nuovo documento si avvia allo stop di tutte le attività sportive. I primi ad essere stati toccati da una consistente restrizione sono stati gli impianti sciistici, dopo che – come ha rilevato Boccia – alcuni impianti fuori dalla zona arancione invitavano i ragazzi in vacanza forzata ad approfittare del tempo libero per andare a sciare. Per quanto riguarda il calcio, invece, già nel pomeriggio la Figc aveva deciso per il fermo di tutte le attività fino al 3 aprile. Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha annunciato un decreto opportuno.

Assalto ai supermercati

Pensavamo di confinare le scene da panico nei supermercati ai primi giorni dell’emergenza da Covid-19, quando Codogno e Vo’ Euganeo venivano messi in quarantena. Ma ieri, subito dopo il discorso del premier Conte, i supermercati H24 sono stati presi d’assalto in una corsa forsennata alle scorte. È successo nelle città di Roma e Napoli, nonostante la raccomandazione del premier: “Restate a casa!”.

Il supercommissario

“Non c’è più tempo” ha sottolineato Conte. Ora che il virus è arrivato anche al Sud, come dimostra la mappa dei contagi, s’ipotizza la costituzione di una cabina di regia più corposa per fronteggiare la crisi. Si pensa, cioè, alla figura di un supercommissario, che possa affiancare il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli. Ai giornalisti, Conte spiega che c’è necessità di un “coordinamento per l’approvvigionamento di macchinari e attrezzature sanitarie“.

Carceri in rivolta

L’emergenza da nuovo coronavirus si riverbera anche nei penitenziari. Mentre il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, istituisce una task force per gestire la crisi, ieri in tutto il Paese le carceri italiane hanno registrato una crisi senza precedenti. Sette sono stati i morti per overdose da farmaci nelle infermerie, mentre i detenuti hanno forzato i blocchi dei centri. A Foggia in 34 sono fuggiti, gli altri 40 evasi sono stati catturati. Liberati anche i nove operatori che erano stati presi in ostaggio nella centro circondariale di Melfi, in provincia di Potenza.

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