L’Unione Europea guarda al Covid-19, ma i tempi del virus non solo quelli della burocrazia. In uno scenario che si aggrava giorno dopo giorno, la Commissione UE decide di correre ai ripari. Uno strumento sempre più visto come aiuto per fronteggiare la crisi sono i coronabond. Di questi ha parlato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, intervistata a Radio Deutschlandfunk: “Stiamo analizzando tutti gli strumenti e ogni cosa che può essere utilizzata per fronteggiare la crisi” ha detto, aggiungendo che “i coronabond […] se aiutano e sono strutturati in modo corretto saranno usati’.
Conte: “Ok al Fondo salva-Stati”
Intanto il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, chiede l’intervento del Fondo salva-Stati “per combattere uno “shock globale che non ha precedenti nella storia moderna”: 500 miliardi di euro da iniettare immediatamente nella zona euro come misura efficace per rispondere alla crisi della pandemia di Covid-19. Lo ha dichiarato il premier in un’intervista al Financial Times. L’appello di Conte si unisce a quello della Francia, che ha recentemente chiesto un’azione congiunta per tutta la zona euro: un chiaro messaggio a Paesi più riluttanti nel mettere in atto una misura di questo tipo, come la Germania.
L’azione della BCE
Nonostante la risonanza delle dichiarazioni del presidente Christine Lagarde di qualche giorno fa – dichiarazioni che hanno fatto schizzare lo spread e messo a dura prova Piazza Affari – la Banca Centrale Europea ha messo in piedi un nuovo quantitative easing: 750 miliardi di euro di titoli da acquistare per sconfiggere l’emergenza economica: “Tempi straordinari richiedono azioni straordinarie”, ha spiegato Lagarde aggiungendo, per ridare fiducia ai mercati: “Non ci sono limiti all’impegno della Bce per l’Euro”. Ma il premier avverte: i 750 miliardi in obbligazioni danno una spinta agli investitori, ma fra alcuni funzionari si tema la riduzione di una pressione sugli Stati della zona euro più cauti a un’azione di bilancio coordinata. Nella sostanza, Conte si rivolge ai Paesi meno convinti di un piano d’azione comune.
Avvertimenti all’Europa
È forse un’ondata di scetticismo quella sollevata dal presidente del Consiglio, ma anche Parigi la pensa allo stesso modo. Ieri, il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, ha avvertito in Parlamento: “O la zona euro risponde in modo unito alla crisi economica ed emerge più forte, oppure […] rischia di scomparire”. Punto condivisibile con quanto espresso dal premier al Financial Times: “”L’Europa deve mostrare unità e solidarietà, non c’è alternativa a questo […]. Se l’Europa fallisce, temo che svanirà nella coscienza dei nostri concittadini, dando spazio ai peggiori istinti nazionalistici” ha avvertito Conte. La strada indicata è quella di aprire linee di credito del Fondo a tutti gli Stati membri per aiutarli a combattere le conseguenze dell’epidemia, “a condizione di una piena responsabilità da parte di ciascuno Stato membro sul modo in cui le risorse vengono spese”.
Il plauso di Gentiloni
Anche il Commissario europeo agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, condivide quanto espresso dal presidente del Consiglio: una “logica, filosofia” – quella di Conte – “assolutamente condivisibile” ha detto l’ex premier a Radio Anch’io. Il commissario ha ricordato che questa pandemia riguarda tutti i Paesi membri, nessuno escluso, e che “la dimensione della risposta comune ancora non è adeguata, ma sono stati fatti passi straordinari. Se cambiamo le regole di bilancio, quelle sugli aiuti di Stato e la BCE mette in campo il paracadute, nonostante le differenze, la reazione è molto veloce”. Parola che riflettono quelle del premier Conte sullo “shock esogeno e globale […] che non ha precedenti”. Per evitare danni economici su larga scala in Europa, Conte ritiene che “il migliore, probabilmente l’unico modo” la creazione di uno strumento di debito europeo comune. Reazione alla pandemia sì, ma anche azione audace. Solo così, Conte auspica che, alla fine dell’emergenza, l’Europa possa riprendersi più rapidamente. Un cammino che l’Italia non può fare da sola, ma nemmeno gli altri Paesi dell’UE.