Si sta per concludere quella che è stata definita dagli esperti la “settimana decisiva” per capire l’andamento dell’epidemia da nuovo coronavirus in territorio italiano e salta subito all’occhio il numero dei casi: 7.375, 1.326 in più rispetto a ieri, confermando l’Italia come il secondo Paese al mondo per numero di morti dopo la Cina (3.000).
133 decessi
A oggi si registra un numero di 33 guariti, ma aumentano i decessi: 133 rispetto a ieri per un numero complessivo di 366 con la seguente distribuzione: 113 in Lombardia, 8 in Emilia-Romagna, 1 nelle Marche, 5 in Veneto, 2 in Liguria, 2 nel Lazio, 1 in Puglia e 1 in Friuli Venezia-Giulia. La maggior parte delle vittime si colloca in un’età anagrafica che supera i 70 anni. Sul numero di decessi dal punto di vista statistico, il Prof. Silvio Brusaferro ha voluto sottolineare che “non ci sono variazioni significative“: spesso i pazienti sono anziani over 70, che presentano più patologie croniche:”Quelli più giovani sono chiamati a proteggere questa fascia d’età più fragile […] – ha ricordato Brusaferro -: un’infezione da coronavirus aggrava questo stato” richiamando alla responsabilità dei comportamenti individuali.
In arrivo i ventilatori
Il punto di maggiore criticità, sottolineato anche dal capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, è un sovraccarico di lavoro nelle sale di terapia intensiva e subintensiva negli ospedali della Lombardia, l'”epicentro” del focolaio italiano. È stata ricordata l’attività del Governo per l’acquisto di 5mila venitlatori e respiratori polmonari, di cui 320 destinati in Emilia-Romagna, 174 in Lombardia, 56 in Piemonte, per citare le aree dove la richiesta è più urgente. Su un’eventuale “sofferenza” del Mezzogiorno, con strutture sanitarie tarate in proporzione al numero degli abitanti, sono due le soluzioni obbligate a cui il Governo attende di ottemperare: da una parte, “un piano di potenziamento del 50% delle terapie intensive e del 100% delle terapie subintensive”, ha ricordato Borrelli; gli ha fatto eco Brusaferro, ricordando la necessità di adottare le misure in vigore per evitare la circolazione del virus.
CROSS attivata
In secondo luogo, Borrelli ha ricordato l’attivazione della CROSS (Centrale Remota Soccorso Sanitario), il sistema di emergenza di soccorso sanitario che si attiva nel caso di esaurimento dei posti di rianimazione nei nosocomi di alcune regioni. La CROSS è stata attivata: sono in corso di trasferimento 13 pazienti lombardi in Piemonte e Friuli-Venezia Giulia. Borrelli ha, altresì, ricordato dell’acquisto di mascherine chirurgiche per un totale di 22 milioni che dovranno arrivare fino al 30 aprile, nonché di altro materiale utile agli operatori sanitari. Attualmente, la Protezione Civile ha messo in piedi 412 tende per il pre-triage.
Misure valide in tutta Italia
Il Commissario non è intervenuto sul decreto emanato la scorsa notte “perché il dpcm è stato emanato e sono in corso riunioni di ordine tecnico […] per una maggiore definizione rispetto alle prescrizioni del decreto […] in accordo con le Regioni” ha sottolineato, assicurando che le esigenze di chiarimento verranno evase “a breve”. Alla domanda sull’efficacia del contenimento, Brusaferro ha valutato positivamente le misure adottate finora in quella che era la “zona rossa”, ma ha anche sottolineato un elemento critico: la circolazione del virus. “Nessuno è immune dal virus” ha dichiarato Brusaferro, ribadendo che la misura più importante per contrastare il virus è creare una distanza interpersonale. “In alcune zone – specifica – occorre una maggior attenzione” così come “nel resto d’Italia, bisogna prestare attenzione alle misure di distanziamento. Allo stato attuale ci sono parti d’Italia dove il virus circola di meno” ha detto.