Alea acta est! Carlo Bonomi, imprenditore del settore biomedicale, classe ’66, è stato designato nuovo presidente di Confindustria, dopo aver vinto la sfida del voto del Consiglio Generale di Via dell’Astronomia con Licia Mattioli.
Laureato in economia e commercio ha iniziato la sua carriera professionale in uno studio di commercialisti per poi entrare nel settore medicale. Di lungo corso il suo impegno associativo all’interno di Confindustria. Metodico, minuzioso, tifoso dell’Inter e con la passione per le immersioni. Così viene descritto da amici e collaboratori, Carlo Bonomi, l’imprenditore a capo di Assolombarda dal 2017 ed ora presidente designato di Confindustria. A Bonomi è riconosciuta la capacità di fare rete anche con la politica, elemento importante per la fase della ricostruzione dopo i danni provocati dal coronavirus.
Bisogna essere operativi sin da subito
“Non è il momento di gioire”, sottolinea Bonomi nelle sue prime parole agli industriali che lo hanno oggi designato presidente di Confindustria. “Dobbiamo metterci immediatamente in condizioni operative tali – dice – per affrontare con massima chiarezza ed energia la sfida tremenda che è davanti a noi: continuare a portare la posizione di Confindustria su tutti i tavolo necessari rispetto ad una classe politica che mi sembra molto smarrita in questo momento, che non ha idea della strada che deve percorrere il nostro Paese”. “Gli anni che abbiamo di fronte richiederanno molta dedizione, molta passione civile e i valori che hanno portato i nostri padri e le nostre imprese a ricostruire l’Italia nel dopoguerra – dice Carlo Bonomi a porte chiuse agli industriali che lo hanno designato prossimo presidente di Confindustria -. Ci sarà bisogno dell’impegno di tutti. Insieme dobbiamo cambiare l’Italia. Abbiamo una grande occasione, in un momento molto drammatico forse abbiamo l’occasione di fare quelle modifiche strutturali di cui il Paese ha bisogno”.
Bisogna andare oltre il pregiudizio anti-industriale
“La politica ci ha esposto ad un pregiudizio fortemente anti-industriale che sta tornando in maniera importante in questo Paese”, dice dell’emergenza lockdown Bonomi -. Non pesavo di sentire più l’ingiuria che le imprese sono indifferenti alla vita dei propri collaboratori. Sentire certe affermazioni da parte del sindacato mi ha colpito profondamente. Credo che dobbiamo rispondere con assoluta fermezza”. “Bene il comitato di esperti – prosegue Bonomi -, ma la loro proliferazione dà il senso che la politica non sa dove andare: abbiamo un comitato a settimana senza capire dove si vuole andare”. “Dobbiamo seguire – dice ancora -, la strada del metodo prima delle date, l’Italia è stata posta in un regime fortemente e duramente restrittivo mente i nostri concorrenti in Europa continuano a produrre in molti settori. Ancora oggi noi non abbiamo veri dati, ci dicono dati aggregati ma non riusciamo a capire nella realtà cosa sta accadendo. Non abbiamo ancora dispositivi di protezione. É chiaro che non possiamo andare avanti ad usare anacronistici codici Ateco che non rappresentano la manifattura e l’industria italiana”.
Necessario riprendere le produzioni
“Credo che la strada di far indebitare le imprese non sia la strada giusta“, sottolinea Carlo Bonomi, parlando a porte chiuse ai colleghi imprenditori di Confindustria, dopo la sua designazione. “I tempi di accesso alla liquidità non sono neanche immediati per le nostre imprese”, rileva: “Il tempo deve essere rapido, veloce. Non possiamo permetterci di perderne ancora”. Bisogna “riprendere le produzioni danno reddito e lavoro, e non certo lo Stato, come padre che dispensa favori e prebende e che di certo, peraltro, non ha le risorse per farlo”. “In bocca al lupo a Carlo Bonomi per l’importante designazione ai vertici di Confindustria. Il ruolo dell’impresa, mai come oggi, è decisivo per portare il Paese fuori dall’emergenza sanitaria. Il tessuto sociale ha bisogno di corpi intermedi responsabili e coraggiosi”. Lo scrive su Twitter Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati.