La voce degli ultimi

martedƬ 5 Novembre 2024
20.1 C
CittĆ  del Vaticano

La voce degli ultimi

martedƬ 5 Novembre 2024

Catania: 200 anni a 18 imputati appartenenti al clan Laudani

Il Gup di Catania Loredana Pezzino emana la sentenza del rito abbreviato: 200 anni ai membri del clan Laudani tra cui il boss Rapisarda

Arriva sonora e forte la risposta della procura di Catania al clan Laudani: sono stati inferti 200 anni ai 18 imputati da parte del Gup Loredana Pezzino. La mafia della zona orientale della Sicilia ĆØ stata per molto tempo coperta da un velo di omertĆ  gravoso. Ma da qualche anno, grazie anche alle inchieste del giornalista Paolo Borrometi, l’occhio dell’autoritĆ  giudiziaria ĆØ piĆ¹ vigile in quella zona dell’isola.

Il processo abbreviato

Oltre 200 anni di carcere per i 18 imputati, con pene comprese tra quattro anni e otto mesi e 20 anni di reclusione. E’ la sentenza del processo celebrato col rito abbreviato davanti al Gup di Catania Loredana Pezzino a una frangia di PaternĆ² del clan mafioso Laudani, guidata dal boss detenuto Salvatore Rapisarda, condannato a sei anni per la continuazione del reato, il quale, secondo l’accusa, dava ordini dal carcere. Lo faceva, ha sostenuto il Pm Antonella Barrera che ha rappresentato l’Accusa in aula, basandosi su indagini dei carabinieri, grazie al suo luogotenente Alessandro Giuseppe Farina (condannato a 20 anni) che si avvaleva della collaborazione di sua moglie, Vanessa Mazzaglia (12 anni e un mese), di suo suocero, Antonino Mazzaglia (12 anni e un mese), e di suo nipote Emanuele Farina (13 anni). L’inchiesta, che rappresenta il proseguo dell’operazione ‘EnPlein’ del maggio del 2015, e che prende il nome di ‘En Plein2’, con 19 ordinanze cautelari eseguite da carabinieri il 19 giugno del 2018, ha permesso di continuare a controllare il clan e a confermare il ruolo di vertice del Rapisarda, nonostante la detenzione, che, sostiene l’accusa, aveva conferito l’incarico di responsabile ad interim per il territorio di PaternĆ² al nipote Vincenzo Marano, condannato a 20 anni di reclusione, che gestiva le “piazze di spaccio” e la cassa comune della cosca assicurando il mantenimento degli associati detenuti. Le indagini sono state eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Catania e della compagnia di PaternĆ² nell’ambito di un’inchiesta del gruppo della Dda coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario