Carissimo amico di In Terris,
vorrei chiedere pochi minuti della tua attenzione.
L’emergenza coronavirus ha portato un grande sconvolgimento alla nostra quotidianità, costringendoci a rivedere comportamenti, abitudini e a riconsiderare l’importanza delle relazioni umane. Anche durante questo difficile periodo, In Terris ha proseguito la sua attività, cercando di garantire un’informazione onesta, corretta e focalizzata nel dare spazio a coloro che hanno visto nel lockdown un aggravio delle proprie sofferenze, sperimentando anche nuovi format per restare vicino ai propri lettori.
Una mission che il nostro quotidiano assolve da quasi sei anni, attraverso il lavoro redazionale dei giornalisti e grazie al contributo, sempre più fondamentale, di persone affette da disabilità che, con il supporto di figure specializzate, raccontano la loro condizione in articoli e testimonianze sulla quotidiana sofferenza della vita, condizionata da impedimenti fisici e intellettivi.
Un arricchimento continuo, una finestra su spaccati di vita vissuta che, ogni giorno, impartiscono nuove lezioni e insegnamenti sui valori più importanti, specie in una fase delicata come quella successiva all’emergenza sanitaria. I risultati, in termini di lettori e di riscontri quotidiani, impongono al nostro lavoro di proseguire, dimostrando quanto bisogno vi sia di dar voce a segmenti di realtà troppe volte al di fuori del mainstream o dall’informazione tradizionale.
Purtroppo, però, la gravissima crisi economica determinata dalla pandemia ha dato origine a una drastica riduzione delle sponsorizzazioni e dei contributi volontari sui quali poggia esclusivamente la sussistenza del nostro giornale digitale.
Dietro ciascun giornalista che svolge la propria attività nella nostra redazione, ci sono famiglie indigenti e con figli minori che, senza lo stipendio, da noi sempre regolarmente corrisposto grazie ai sostenitori, sponsor e pubblicità, si troverebbero in una condizione di assoluto allarme sociale.
Per questo, con estrema fiducia e gratitudine, torno a chiedere il tuo prezioso sostegno, affinché In Terris possa continuare ad assolvere la sua missione, concedendo spazio di testimonianza agli ultimi del nostro tempo e per rendersi esso stesso testimone della dottrina sociale della Chiesa e del carisma della condivisione, sul quale è continuo il richiamo di Papa Francesco.
Anche un piccolo contributo sarebbe prezioso, tassello essenziale per far sì che la nostra realtà continui a farsi strumento e voce degli indigenti, dei bisognosi e di tutti coloro che questa pandemia ha reso i nuovi poveri.
Certo che la mia supplica non rimarrà inascoltata già ti ringrazio di cuore e ti benedico.
Don Aldo Buonaiuto
Direttore di In Terris
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