Si sono concluse le autopsie sui cinque detenuti morti nel carcere di Modena, dove l’8 marzo e nei giorni successivi ci sono stati gravi disordini che hanno portato a feriti e gravi danneggiamenti della struttura detentiva. I primi esiti escluderebbero come causa dei decessi la morte violenta e sembrerebbero confermare l’ipotesi del “primo minuto”, quella di overdose da farmaci. “L’esito definitivo degli accertamenti sarà disponibile nelle prossime settimane – spiega in una nota il procuratore aggiunto Giuseppe Di Giorgio – ma il primo esame da parte del consulente incaricato ha riscontrato l’assenza, nel meccanismo causale dei cinque decessi, di fattori riconducibili a lesioni da azioni traumatiche. Sono stati effettuati i prelievi di liquidi biologici e di tessuti per i necessari approfondimenti chimico-tossicologici mirati a verificare l’ipotesi più plausibile, che si conferma essere quella di natura tossicologica“. La violenta protesta – che ha coinvolto principalmente le carceri di Modena e Foggia e altre 25 strutture penitenziarie italiane – era scaturita in seguito alla decisione di sospendere i colloqui tra detenuti e familiari per contenere il rischio contagio da Coronavirus.
Braccialetti
E proprio per consentire al sistema delle carceri di reggere l’emergenza coronavirus, è sul tavolo l’ipotesi di incrementare il numero dei braccialetti elettronici. E’ ciò che starebbe valutando – a quanto scrive Ansa – il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, in vista del prossimo decreto del governo, previsto nelle prossime ore. Si punterebbe dunque a procedure velocizzate per i detenuti per usufruire, in tempi brevi e tenuto conto della buona condotta, dei braccialetti elettronici. E’ di ieri la notizia dell’immissione in servizio anticipata di oltre mille nuovi agenti di polizia penitenziaria, destinati agli istituti di tutta Italia.