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Pediatri in allarme: cresce la dipendenza dal web

Internet ĆØ da sempre una grande risorsa sia per lo svago sia per l'apprendimento di bambini e ragazzi. Ma, se usato non correttamenteĀ e senza la supervisione di un adulto, puĆ² trasformarsiĀ un “luogo” (benchĆ© virtuale) con ricadute pericolose anche nella vita reale. LaĀ “libertĆ  di accesso” agli strumenti tecnologici da parte di minori avviene sempre piĆ¹ precocemente, giĆ Ā a partire dagli otto anni d'etĆ . Ma alcuni bimbi iniziano “l'esplorazione” (dunque un utilizzo base)Ā di tablet, smartphone et simila molto prima, addirittura ad un anno di etĆ . Situazione ben piĆ¹ allarmante, se possibile, si verifica quando ad avere “libero accesso” a internet e social (senza limitazione d'orario nĆ© nessun controllo parentale) sono preadolescenti e adolescenti. I casi di cyberbullismo (con conseguenze spesso disastrose sulla psiche della vittima), di accesso e di diffusione di immagini pornografiche (a volte anche relative a minorenni), tentativi (purtroppo non sempre fallimentari) di adescamento diĀ ragazzine e giovanissimi da parte di adulti…sono all'ordine del giorno. E' in questo contesto che si inserisce l'ultima ricercaĀ pubblicata dal Sindacato medici pediatri di famiglia (Simpef) che ha recentemente promosso a Milano la conferenza sullā€™impatto di strumenti e tecnologie digitali sullo sviluppo neurologico nelle fasi piĆ¹ critiche della vita.Ā Il pediatra di famiglia, infatti, ha le competenze e gli strumenti necessari nellā€™educare e sensibilizzare le famiglie nellā€™affermazione del principio di precauzione nellā€™esposizione alle moderne tecnologie digitali.

“LibertĆ  di accesso”

I risultati preliminari dellā€™indagine sono stati presentatiĀ da uno degli autori,Ā Luigi Greco, pediatra di famigliaĀ a Bergamo, al convegno ā€œDigitale sƬ, digitale no, gli effetti del digitale sul neurosviluppoā€ organizzato dal Sindacato medici pediatri di famiglia (Simpef). Greco, insieme a un gruppo di 90 colleghi della provincia di Bergamo e alla locale Azienda per la tutela della salute (Ats), ha somministrato, tra il 2016 e il 2018, un questionario a quasi 8mila preadolescenti di etĆ  compresa tra gli 8 e i 13 anni, per valutare lā€™etĆ  di primo utilizzo, le modalitĆ  di accesso agli strumenti informatici, la frequentazione di internet e dei social media. Secondo il Sindacato, ĆØ necessario dare massima attenzione allā€™eccessiva esposizione nelle gestanti e nei primi anni di vitaĀ dei bimbi.Ā I rischi – evidenziano i pediatri – sono prevalentemente biologici in etĆ  fetale e nei primi ā€œmille giorniā€ di vita; a ciĆ²,Ā si aggiungono, nellā€™etĆ  adolescenziale, potenziali danni nella sfera cognitiva e comportamentale e problemi educativi e sociali. L'indagine ad hoc promossa dal Sindacato per valutare l'etĆ  di primo utilizzo, le modalitĆ  di accesso agli strumenti informatici, la frequentazione di internet e dei social media, ha evidenziato dati allarmanti. Secondo iĀ risultati (preliminari) dell'indagine, nella fascia dā€™etĆ  8-13 anni,Ā ben 7 bambini su 10 sono connessi e 2 navigano liberamente senza controlli. Risultati peggiori nella fascia di etĆ  10-13: sette preadolescenti su 10Ā infattiĀ hanno accesso aĀ smartphone, consolle e computerĀ tutti i giorni eĀ circa il 23% dei minori di 13 anniĀ puĆ² accedervi senza limitazioni temporali e spesso senza alcun controllo da parte dei genitori.Ā La stragrande maggioranza degli intervistati dichiara di usare gli strumenti informatici per andare in internet, per ricerche scolastiche, scaricare musica e videogiochi, chattare e vedere video; meno di 1 su 2 dichiara di usare lo smartphone anche per telefonare. La ricerca ha, inoltre, evidenziato come l'etĆ  di primo utilizzo sia in media di 9 anni per i maschi e di 10 anni per le femmine nella rilevazione del 2016, e di meno di 8 anni in quelle del 2017 e 2018, con punte dichiarate di 1 anno di etĆ .

Rischi biologici in gestazione

“L'uso inappropriato ĆØ in grado di minare la salute, soprattutto in particolari epoche dello sviluppo” sottolineaĀ Rinaldo Missaglia, segretario nazionale del Sindacato medici pediatri di famiglia.Ā “Sarebbe raccomandabile massima attenzione giĆ  durante la gestazione” prosegue l'esperto.Ā “Mi riferisco, in particolare ai rischi biologici, derivanti da un'eccessiva esposizione al loro funzionamento, particolarmente rilevanti nei primi mille giorni di vita, quindi sin dallo sviluppo nel grembo materno, ai rischi per la sfera cognitiva e comportamentale, e, non ultimi, quelli educativi e sociali, da tenere in seria considerazione nel periodo che tecnicamente indichiamo come 'secondi mille giorni di vita', coincidente con le fasi centrali dell'etĆ  adolescenziale”. “ƈ importante diffondere una corretta consapevolezza circa i rischi e le potenzialitĆ  di queste nuove e potenti tecnologie digitali tra genitori e addetti ai lavori ossia insegnanti, psicologi, pediatri di famiglia – ha ricordatoĀ Ernesto Burgio, pediatra ed esperto di epigenetica, membro del consiglio scientifico di Eceri (European Cancer and Environment Research Institute) – Ci troviamo, infatti, di fronte a tecnologie che possono interferire sia direttamente, attraverso i campi elettromagnetici, sia indirettamente sullo sviluppo del cervello e del sistema psico-neuro-endocrino in periodi di vitale significato”.

Autismo

“Esiste ormai letteratura scientifica significativa – gli ha fatto ecoĀ Daniela Lucangeli, professore di Psicologia dello sviluppo all'UniversitĆ  di Padova – che dimostra come un'esposizione eccessiva e duratura agli smartphone, soprattutto negli organismi in via di sviluppo, possa rivelarsi alquanto pericolosa per la programmazione epigenetica di cellule, tessuti e organi. Inoltre, tanto nell'ambito dei disturbi del neurosviluppo, che sono in grande aumento in tutto il Nord del mondo, in particolare quelli di spettro autistico, quanto nell'ambito di patologie infiammatorie e tumorali, la ricerca puĆ² aiutarci a comprendere i meccanismi patogenetici potenzialmente connessi a questa esposizione. Per quanto concerne gli effetti di ambito psicologico e sociale ĆØ sempre piĆ¹ evidente che l'utilizzo eccessivo di questa tecnologia possa determinare stati di vera e propria dipendenza, soprattutto se l'esposizione inizia nelle prime fasi della vita”.

Cyberbullismo e tecnodipendenza

Oggi il 98 per cento dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni possiede uno smartphone personale e, secondo i dati dellā€™Osservatorio nazionale adolescenza, il 30 per cento di loro ha avuto modo di utilizzare uno smartphone giĆ  a partire dai 18/24 mesi di etĆ  e, tra i ragazzini della fascia 11-13 anni,Ā lā€™accesso a internet e lā€™apertura del primo profilo socialĀ si aggira intorno ai 9 anni. In questo contesto sorgono problemi relativi a cyberbullimoĀ e tecnodipendenza. Due problemi diversi ma comuni nei millennials, che rappresentanoĀ la prima generazione che cresce in una societĆ  nella quale ĆØ naturale essere sempre connessi.Ā Secondo un recente Rapporto Istat sul bullismo tra i giovanissimi, tra i ragazzi e gli adolescenti che usano il cellulare o navigano su Internet, il 5,9 per cento denuncia di avere subƬto atti di cyberbullismo, con le ragazze vittime piĆ¹ frequenti: 7,1 per cento rispetto al 4,6 per cento dei ragazzi.Ā ā€œIl cyberbullismoĀ ā€“ dice Giordano Invernizzi, Professore Ordinario di Psichiatria UniversitĆ  degli Studi di Milano e Presidente Centro Mafalda OggiDomani for Children and AdolescentsĀ su vogliadisalute.it ā€“Ā ĆØ la forma di bullismo attuato attraverso la rete, con lā€™invio di messaggi offensivi, immagini umilianti diffuse via mail, chat o sui social network. Si differenzia dal bullismo tradizionale perchĆ© ĆØ una prepotenza indiretta, mai faccia a faccia tra vittima e bullo. PuĆ², tuttavia, essere potenzialmente piĆ¹ dannoso per la rapiditĆ  di diffusione e la possibilitĆ  di raggiungere un numero molto piĆ¹ elevato di spettatoriā€. Esistono diversi tipi diĀ dipendenza tecnologica.Ā ā€œSenza entrare nel dettaglio delle singole forme di addiction tecnologica, che vanno dalla social network addiction, una dipendenza da connessione, aggiornamento e controllo del proprio profilo, alla friendship addiction, la spasmodica ricerca di nuove amicizie virtuali, alla dipendenza da videogioco, al vamping ossia il trascorrere numerose ore notturne sui social media a parlare e giocare con gli amici o la fidanzata/o, e a molte altre, si tratta di un problema che riguarda soprattutto gli adolescenti dai 13 sino ai 20 anniā€, diceĀ Cinzia Bressi, Professore Associato di psichiatria UniversitĆ  degli studi di Milano e Vice-Presidente Centro Mafalda OggiDomani for Children and Adolescents.

Genitori supervisori

“L'effetto sulle etĆ  piĆ¹ precoci dellā€™uso e dipendenza dal cellulare e dal computer ĆØ sottovalutato dai genitori – conclude la Bressi – che spesso inconsapevolmente lo avallano e sostengono. Non solo ĆØ dimostrato che non vi sono miglioramenti nelle performance con tali strumenti, ma al contrario esistono elevati rischi di disagio psicologico per una dipendenza che puĆ² divenire totale”. In conclusione, i genitori – insieme al pediatra di famiglia – sono i protagonisti della salute dei propri figli anche quando si tratta di internet. Hanno infatti la possibilitĆ  diĀ riconoscere ed eventualmenteĀ intervenire in caso di dipendenza o disagio. Ma, principalmente, possono evitare l'insorgere di danni e problemi sia nell'infanzia che nell'adolescenza, limitando,Ā supervisionandoĀ e, se necessario, vietando l'utilizzo dei device.Ā 

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