Categories: Benessere

Influenza, ora è epidemia

Logo Interris - Influenza, ora è epidemia

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Influenza, ora è epidemia

Con 207.000 contagi nella scorsa settimana e oltre un milione di casi da ottobre a oggi, l'influenza ha superato la soglia che fa scattare l'epidemia. E' quanto emerge dall'ultimo bollettino per la sorveglianza delle sindromi influenzali Influnet, stilato dall'Istituto Superiore di Sanità

I dati

Il bollettino Influnet prende in esame la 50esima settimana del 2019, quella che va dal 9 al 15 dicembre 2019, e mette in evidenza come le regioni più colpite siano Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Umbria e Marche, e la provincia autonoma di Trento. L'incidenza totale è pari a 3,43 casi per mille assistiti. Colpiti maggiormente i bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un'incidenza pari a 9 casi per mille assistiti. 

I consigli dell'Oms

Come ogni anno, l'Organizzazione mondiale della sanità ha diffuso un piccolo vademecum per evitare di contrarre l'influenza:

  1. Vaccinarsi. Per l'Oms la vaccinazione annuale è il modo più efficace per proteggersi dall'influenza. Pratica particolarmente importante per le donne in gravidanza, per i bambini da sei mesi a 5 anni, le persone anziane, per chi soffre di patologie croniche e per gli operatori sanitari.
  2. Lavarsi le mani regolarmente. Utilizzare acqua corrente e sapone per lavarsi le mani ed asciugarle accuramente con un asciugamano monouso.
  3. Evitare di toccare gli occhi, il naso e la bocca. L'Oms spiega che non è possibile controllare ciò che viene inalato, ma è possibile ridurre il rischio di infezioni tenendo le mani lontane dal volto.
  4. Evitare di stare con persone malate. Questo perché l'influenza è contagiosa, si diffonde facilmente in spazi affollati come sui mezzi pubblici, nelle scuole e durante eventi pubblici.
  5. Rimanere in casa se si è malati. Se si è presa l'influenza, è bene stare a casa finché non saremo completamente guariti. In primo luogo perchè, se si esce, i nostri sintomi potrebbero aggravarsi; secondo, rischiamo di contagiare le altre persone.
Manuela Petrini: