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Ginko Biloba: un albero che fa miracoli

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il ginkgo biloba è una pianta nata in Cina, diffusa anche in Italia dal 1750, che merita maggiore approfondimento per le varie proprietà curative e per l’alto contenuto simbolico di resistenza e di rinascita che rappresenta.

Sopravvissuto all'orrore

Il disastro immane provocato dal lancio bomba atomica su Hiroshima (avvenuto il 6 agosto del 1945), infatti, non ha impedito ad alcuni esemplari di ginkgo biloba di rimanere in vita. Sei di questi alberi sono rimasti miracolosamente in piedi, resistendo alle radiazioni e alle altissime temperature, divenendo, quindi, dei veri e propri monumenti alla vita nonché emblema della nazione. Ognuno di questi sei alberi ha un proprio nome o riferimento geografico (Shukkeien, Myojoin-Ji, Josei-Ji, Hosen-Ji, quella del tempio di Anraku-Ji e quella della scuola Senda).

Simbolo

In una situazione di totale devastazione, l’immagine e la concretezza di questa pianta che si erge solitaria, nel deserto circostante, hanno significato, da subito, un chiaro messaggio di speranza. Per tale motivo, il popolo giapponese è legato, in maniera viscerale, a questa incredibile specie vegetale. La città di Tokyo lo ha adottato ufficialmente come proprio simbolo. Un altro elemento è nella forma delle foglie, molto simile a quella di un cuore, divise in due lobi (da qui il nome biloba). Particolarmente suggestivo, di colore simile all’argento, è il tronco giovane che, col passare del tempo, tende sempre più verso il marrone.

Pianta millenaria

La capacità del ginkgo biloba di resistere alla distruzione dell’atomica, dimostrando il suo enorme potenziale di adattamento all’ambiente e alle mutazioni, deriva dalla longevità che esiste dal periodo del Permiano, circa 250 milioni di anni fa; ciò gli permette di vivere per tempi quasi infiniti (anche 1000 anni) e di avere una diffusione su tutto il pianeta.

Impiego in medicina

L’utilizzo del ginkgo a livello terapeutico è stato molto particolare e diverso: se in Oriente (soprattutto in Cina) era apprezzato per le sue qualità già 5000 anni fa, in Occidente la diffidenza è stata notevole e, dopo un sospettoso “rodaggio” di circa 4 secoli, come prodotto di nicchia, solo nei tempi moderni ha avuto la diffusione che merita. Il primo esemplare in Italia è giunto nel 1750, all’Orto Botanico di Padova.

Benefici e controindicazioni

Le proprietà benefiche del ginkgo, da assumere sotto forma di infuso o di compresse, sono davvero numerose e variegate: utile per migliorare la circolazione sanguigna, ha proprietà contro trombi, infarti ed emboli. E’ adatto per favorire la concentrazione e la memoria. Ha una funzione guaritrice anche in caso di attacchi di asma, di mal di testa e vertigini, ronzio auricolare, stress, depressione, contrasta i radicali liberi e rallenta gli effetti dell’Alzheimer. Altri utilizzi sono per l'impotenza e per limitare la fame nervosa.

Se ne sconsiglia l’uso in caso di contemporanea assunzione di fluidificanti del sangue e di anticoagulanti e si invita a limitare l’esposizione al sole poiché fotosensibilizzante. Alcuni studi provano il rischio che favorisca i casi di ictus, contrapponendo i benefici tipici per gli anziani (a livello di memoria, invecchiamento e Alzheimer) a quelli dell’ipertensione.

Economico

Altro vantaggio è quello relativo ai costi. Le spese di acquisto di una pianta sono abbastanza contenute: con un importo di poco inferiore ai 100 euro è possibile comprare anche un albero già sviluppato. Tale opportunità ha ulteriormente spinto alcuni comuni italiani a deciderne l’acquisto e a collocarli, col favore dei cittadini, in viali e piazze. In questo è da considerare anche l’estrema capacità della pianta di resistere all’alta concentrazione dello smog circostante. Altro prezzo non eccessivo è quello relativo all’acquisto di infusi e compresse a base di ginkgo.

Proteggiamolo

La particolarità unica del ginkgo e la sua incredibile storia hanno avuto una diffusione ancora non all’altezza di quanto dovuto, visto che non tutti ne sono a conoscenza. In questo senso, hanno avuto un peso, indiretto, alcune situazioni locali in cui la sopravvivenza dell’albero è stata posta a rischio da parte delle amministrazioni locali non proprio accorte e sensibili. Per contro, si è sviluppata una rete di resistenza da parte delle comunità locali che ha permesso di salvaguardare le piante e di farne conoscere le grandi qualità. L'indifferenza delle istituzioni produce, inevitabilmente, il confronto tra ciò che ha superato la pianta durante la guerra e ciò che rischia per colpa della burocrazia e delle carte. Merito in più, quindi, per quest’albero curativo così straordinario: aver superato i secoli, la diffidenza europea, i disastri nucleari e l’ostracismo della burocrazia italiana.

Marco Managò: