L’approssimarsi delle festività natalizie, non può che essere accompagnato dai consueti dubbi legati all’alimentazione. Cosa mangiare? E, soprattutto, quanto? Interrogativi che si ripresentano ogni anno, specialmente per le persone costrette a molte rinunce, impegnate nella lotta a malattie come il diabete. Ma rinunciare a una tradizione culinaria estremamente radicata – in particolar modo nel nostro Paese – in nome di una dieta salutare, risulta sempre una missione estremamente difficile. Mangiare meno o, addirittura, digiunare a pranzo per poi poter osare un po’ di più durante la cena (o viceversa): spesso è questa la soluzione più adottata durante gli appuntamenti principali delle feste, cercando di bilanciare i due pasti annullandone, di fatto, uno. Ma è davvero il metodo giusto per non esagerare?
Stando ai consigli giunti dai ricercatori dei Centers for disease control (Cdc), sembrerebbe di no. Nessun cibo tra quelli che, solitamente, vengono preparati durante i cenoni natalizi, rientra in una lista nera. Ossia, nelle giuste misure e cercando, finché possibile, di non modificare orari e abitudini alimentari, ogni pietanza può essere presente nel nostro piatto, magari assaporandola lentamente, poco alla volta. I consigli più specifici, in questo senso, riguardano le persone affette da diabete. Tuttavia, anche per chi combatte l’estenuante battaglia con gli alti e bassi della glicemia, non ci sono particolari restrizioni, se non la solita regola delle proporzioni: scegliere piatti che piacciono, nella giusta quantità, non rappresenta un pericolo. L’importante è regolarizzare ogni pasto, cercando di mantenere stabile la quantità di zuccheri nel sangue durante la giornata: ad esempio, qualora si fosse invitati a una cena servita più tardi del solito, è bene mangiare un piccolo snack all’ora nella quale, normalmente, il regolare pasto sarebbe previsto e, naturalmente, evitare eccessivo consumo di alcol.
Al fianco di questi piccoli accorgimenti, che rappresentano sicuramente le consuete norme di vigilanza degli affetti dalla patologia, va sottolineato il dato registrato dai Cdc relativo ai mancati divieti: a quanto sembra, tutto può essere mangiato. Occhio alle quantità (ma questo si sapeva) e, soprattutto, al movimento: in fondo, dopo un pranzo sostanzioso, una bella passeggiata in compagnia non può fare che bene, all’umore e alla salute. E questa, probabilmente, può essere propedeutica alle necessarie 7-8 ore di sonno: meno si dorme, dicono i ricercatori, più si cerca di reintegrare l’organismo con cibi carichi di zuccheri. E allora, mangiare sì ma (a meno di necessarie esigenze) dormire pure.