La situazione in tutta Europa è seria, “le decisioni che abbiamo preso sono state difficili: persino lasciare le primarie e le secondarie di primo grado aperte nelle zone rosse non è stato semplice. C’era una cosa che ci stava a cuore: tutelare gli studenti più deboli. Ma per quanto mi riguarda potrò sentirmi sollevata soltanto quando tutti i miei studenti potranno tornare in classe”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, commentando le misure nel nuovo Dpcm.
Non si possono fare pronostici
Per la riapertura “non faccio pronostici, lavoro per limitare i disagi”, ad esempio chiedendo agli uffici scolastici regionali di continuare il lavoro “con gli assessori per trovare soluzioni per i mezzi di trasporto”. Nelle zone rosse “abbiamo pensato di garantire i bambini che hanno cominciato la nuova scuola”. Tenere aperte le scuole nelle zone rosse “è stato un risultato notevole”. Nell’esecutivo “non mi sono sentita isolata. Anzi devo ringraziare il governo e il presidente del consiglio. Dal primo momento ho visto una grandissima sensibilità verso una scuola di qualità”.
Azzolina, bisogna applicare “il principio di massima precauzione”
Fra i problemi da risolvere quello della dispersione scolastica: “Ci sono realtà in cui i ragazzi se non vanno a scuola rischiano di non mangiare. Non tutti vivono in case grandi e accoglienti. Per questo ho provato in questi mesi a dare il più possibile libri, connessioni e device”. Nelle decisioni sulle chiusure si è seguito “il principio di massima precauzione”. Quando ci sarà la riapertura “i turni già si facevano, si potrà farne di più. Bisogna lavorare sulle criticità che sono emerse, il protocollo di sicurezza con le Asl deve essere applicato in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale. Chiedo da tempo i test rapidi nelle scuole“. Per quanto riguarda il concorso straordinario, ora fermo, “ha già svolto le prove il 73 per cento dei candidati, alla prima finestra utile si concluderà, intanto iniziamo a correggere i test già fatti”.