Arrestato Stefano Milanesi, ex terrorista di Prima Linea e attivista No Tav

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I carabinieri hanno arrestato a Bussoleno, in Val di Susa, Stefano Milanesi, ex terrorista di Prima Linea e attivista No Tav. Ai domiciliari, deve scontare una pena di 5 mesi per resistenza a pubblico ufficiale, reato commesso il 17 settembre 2015 durante una protesta al cantiere della Torino-Lione.

Negli anni Ottanta – scrive Ansa – Milanesi faceva parte di una colonna di Prima Linea (PL), un’organizzazione armata di estrema sinistra di stampo comunista. Inizialmente associazione politica extraparlamentare legale, fuoriuscita da Lotta Continua, i suoi membri maturarono quasi subito la scelta della lotta armata.

Proprio in Val Susa Milanesi aveva creato la sua base. E’ ritenuto un No Tav della prima ora. Milanesi ha infatti aderito al movimento sin dall’inizio della lotta alla nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità.

Dana Lauriola

Dana Lauriola

Sempre stamattina, ma per motivi diversi, è stata arrestata Dana Lauriola, 38enne portavoce del movimento No Tav e attivista del centro sociale Askatasuna.

Gli agenti della Digos si sono presentati davanti alla sua abitazione di Bussoleno, in Val Susa. La donna è stata condannata in via definitiva a due anni di carcere per un episodio del 3 marzo 2012.

In quella occasione, circa 300 persone bloccarono il casello di Avigliana della Torino-Bardonecchia permettendo alle vetture di passare senza pagare il pedaggio. Davanti all’abitazione della Lauriola, alcuni No Tav hanno dato vita a un presidio permanente contro la decisione del tribunale di Torino di respingere la richiesta di misure alternative per Dana. Oggi, nonostante il presidio, l’arresto della Digos.

“Sono serena”

“Sono serena. Andrò in carcere, ma la notizia non giunge inaspettata. Ho semmai la fortuna di poter salutare famiglia e amici prima che vengano a prendermi”. Lo ha detto Dana Lauriola, portavoce del movimento No Tav e leader del centro sociale Askatasuna, su La Stampa. “Ora è il mio turno. Credo che in prigione mi prenderanno in giro: sono l’unica in Italia ad andarci per un mezzo blocco stradale”, ha commentato.

Intanto il movimento minaccia azioni di protesta. “Qui si condanna un movimento, si colpiscono idee e persone”, ha tuonato Alberto Perino, leader dell’ala valsusina del movimento. Intanto, il movimento minaccia azioni di protesta “da studiare e mettere in atto con la solita fantasia e determinazione”.

La tre giorni No Tav

Gli attivisti del centro sociale Askatasuna sono ben noti alle forze dell’ordine. Lo scorso 20 luglio avevano organizzato la tre giorni di protesta No Tav in Valle di Susa. Il mese di “Presidio permanente dei Mulini” – questo il nome della manifestazione – si era concluso con tre giorni di scontri con le forze dell’ordine e con l’ennesimo assalto al cantiere della Torino-Lione, a Chiomonte.

Askatasuna

L’ultimo blitz era avvenuto la notte tra il 19 e il 20 luglio scorsi. IN quella occasione, i manifestanti diedero dato fuoco ad una delle cancellate poste a protezione dell’area di cantiere, in corrispondenza dei lavori di allargamento. La Digos di Torino aveva poi identificato cinque manifestanti, anch’essi attivisti del centro sociale Askatasuna. I ragazzi erano stati denunciati per incendio doloso, violazione di un provvedimento dell’autorità e sanzionati per la violazione delle norme regionali sui fuochi appiccati in aree boschive.

Milena Castigli: