La capitale dell’autoproclamata repubblica della regione armena Nagorno-Karabakh, Stepanakert, è stata bersaglio per tutta la scorsa notte di numerosi bombardamenti azeri. A intervalli regolari, quasi ogni ora le sirene d’allerta hanno risuonato per la città, immersa nella quasi totale oscurità, riporta Ansa. Ogni volta seguiva un susseguirsi di forti esplosioni. Il bilancio dei danni e delle eventuali vittime non è al momento conosciuto.
Situazione incandescente
Il Nagorno-Karabakh, una regione senza sbocco sul mare, sita nel Caucaso meridionale e appartenente geograficamente all’Altopiano armeno, è la zona contesa tra Armenia e Azerbaigian. L’Azerbaigian punta infatti alla riammissione di parte di quei territori.
“Interrompete i combattimenti nel Nagorno-Karabakh – ha intimato il presidente azero, Ilham Aliyev, all’Armenia – e chiedete scusa. La leadership dell’Armenia dovrebbe pensare attentamente prima che sia troppo tardi”. Il leader di Baku ha di fatto posto la questione con i toni di un ultimatum, invitando gli armeni a “lasciare i nostri territori, non a parole ma nei fatti”. Ultimatum non accolto. Nel corso delle ore, infatti, i bombardamenti sono proseguiti.
Croce Rossa
La Croce Rossa intanto lancia l’allarme. “Vengono distrutti ospedali – ha detto la Croce Rossa -, centinaia di case, scuole, mercati, reti idriche e telefoniche, tubi del gas”. Tutto per colpa di “bombardamenti indiscriminati sui civili da entrambe le parti”.
Gli appelli internazionali
In merito all’escalation di violenza, la comunità internazionale si è mossa già da alcuni giorni. Francia Russia e Stati Uniti hanno chiesto più volte il cessate il fuoco incondizionato classificando gli attacchi contro la popolazione civile nel Nagorno-Karabakh come una “minaccia inaccettabile per la stabilità della regione”.
La corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha emesso un monito, sollecitata dall’Armenia: “Tutti gli Stati, compresa la Turchia, implicati direttamente o meno nel conflitto in Nagorno-Karabakh devono astenersi da tutte le azioni che possano contribuire alla violazione dei diritti dei civili e rispettare gli obblighi imposti dalla convenzione europea dei diritti umani”.
Calcio fermo
Non ultimo, la UEFA – Unione delle associazioni calcistiche europee, l’organo che gestisce sia i campionati europei, sia la Champions League – ha deciso che i due Stati non ospiteranno i match previsti per i prossimi giorni, per motivi di sicurezza.
L’Armenia avrebbe dovuto ospitare la Georgia a Yerevan domenica, il match è trasferito a Tychy in Polonia; Azerbaigian-Cipro, invece, partita che si sarebbe dovuta tenere martedì a Baku, trasloca a Elbasan in Albania.
Nel video del Corriere, il presidio a Milano della comunità armena contro il conflitto.