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Appello Fim, Fiom, Uilm: “Fermare le fabbriche fino al 22 marzo”

Oggi Conte ha convocato una videoconferenza con associazioni culturali e sindacati sulla sicurezza nelle fabbriche

Prosegue l’appello delle maggiori sigle sindacali per la chiusura delle fabbriche a causa del coronavirus. La decisione presa dal Governo di chiudere scuole, negozi ed esercizi commerciali in tutta Italia, ma di lasciare aperte le fabbriche e le attività produttive sta generando forti ripercussioni negli stabilimenti italiani, con scioperi spontanei segnalati in più parti d’Italia. Ieri, 12 marzo, hanno protestato gli operai di diverse aziende da Brescia a a Mantova. Oggi Conte ha convocato una videoconferenza con associazioni culturali e sindacati sulla sicurezza nelle fabbriche.

Fabbriche chiuse

I sindacati metalmeccanici – in una nota congiunta – chiedono che vengano garantiti i livelli di sicurezza dal punto di vista sanitario e ritengono necessaria una momentanea fermata di tutte le imprese metalmeccaniche, “a prescindere dal contratto utilizzato, fino a domenica 22 marzo, al fine di sanificare, mettere in sicurezza e riorganizzare tutti i luoghi di lavoro”. “I lavoratori sono giustamente spaventati”, sottolineano Fim, Fiom, Uilm. “Se necessario, avvertono, “proclamiamo sciopero per tutte le ore necessarie”.

Fiom

La Fiom aveva reagito subito dopo l’uscita del nuovo decreto sull’emergenza coronavirus con una nota a firma della segretaria generale Francesca Re David che definiva “inaccettabile la mancanza nel nuovo Dpcm di misure e iniziative volte alla protezione dei lavoratori che stanno garantendo la tenuta economica del Paese in una condizione di grave emergenza” e chiedeva “al Governo la convocazione urgente di un confronto per affrontare la situazione di emergenza dei lavoratori metalmeccanici”.

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