10 anni fa è stato portato via da una leucemia cronica lo scrittore portoghese e premio Nobel José Saramago. José si spense nella sua residenza a Tias, località di Lanzarote, nelle Isole Canarie all’età di 87 anni. Poeta, romanziere e giornalista, è stato l’unico autore di lingua portoghese ad avere ricevuto il Nobel per la Letteratura. Era ateo confesso, e si trasferì a Lanzarote quando il governo portoghese gli rifiutò di presentare il suo Vangelo secondo Gesù Cristo al Premio Letterario Europeo, abbandonando il suo Paese per protesta.
José Saramago – Intervista di Luciano Minerva per Rainews, marzo 2001
La sua carriera
L’intera carriera di Saramago è stata ricca di polemiche per le sue prese di posizione senza compromessi, tanto in tema di politica quanto di religione. Saramago era nato ad Azinhaga, in Portogallo, nel 1922. Il suo primo romanzo in stile realista, Terra del peccato, è del 1947. Nel 1959 si iscrisse al Partito Comunista che, sotto il regime di Salazar, operava in clandestinità. Negli Anni Sessanta Saramago divenne uno dei critici più seguiti del suo Paese e nel ’66 pubblicò la sua prima raccolta di poesie, I poemi possibili. Divenne quindi direttore letterario e di produzione per dodici anni di una casa editrice e dal 1972 al ’73 curatore del supplemento culturale del Diario de Lisboa. Sino a metà degli Anni Settanta visse un periodo di formazione e pubblica poesie, cronache, testi teatrali, novelle e romanzi, ma è solo dopo la Rivoluzione dei Garofani che pian piano nacque un Saramago diverso (vice direttore del quotidiano Diario de Noticias nel ’75 e quindi scrittore a tempo pieno), capace di liberare la narrativa portoghese dalle radici del passato. Anche per questo ricevette nel 1998 il premio Nobel per la letteratura. Nel 1980 la pubblicazione di Una terra chiamata Alentejo sulla rivolta della popolazione della regione più ad est del Portogallo.
La personalità forte dello scrittore portoghese
Era irriverente nei confronti delle autorità, ma allo stesso tempo profondamente intriso di umanesimo. Il discorso, nelle sue opere, fluisce continuo in una massa armonica di parole che assumono, pagina dopo pagina, la struttura concreta di un edificio superbo e forse difficilmente accessibile. Italia sono note soprattutto le sue polemiche con Silvio Berlusconi, che tra l’altro lo scrittore ha definito «un delinquente». Per questa definizione fu accusato di diffamazione nei confronti del Cavaliere tanto che Einaudi rifiutò una edizione del suo Quaderno.
L’apice del successo
Il grande successo arrivò nel 1982 con Memoriale del convento, seguito da L’anno della morte di Ricardo Reis. Negli anni ’90, grazie al Nobel, Saramago raggiunse fama internazionale e pubblicò L’assedio di Lisbona, Il Vangelo secondo Gesù, quindi Cecità, ‘Tutti i nomi, La caverna, L’uomo duplicato, Le intermittenze della morte e Le piccole memorie. È stato uno dei sostenitori dell’iberismo, il movimento che propugna l’unificazione di Spagna e Portogallo, i due paesi della penisola iberica, cui dedica anche il romanzo La zattera di pietra. Per le sue posizioni sul conflitto mediorientale verrà accusato di antisemitismo, mentre per il Memoriale, ma soprattutto per il suo Vangelo e il testo teatrale La seconda vita di Francesco d’Assisi ha subito gli attacchi dalla Santa Sede.