Accadde oggi: nel 1995 Balamurali Ambati diventa il medico più giovane del mondo

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Il 19 maggio 1995 Balamurali Krishna “Bala” Ambati entra nel Guinness dei primati diventando il medico più giovane del mondo all’età di 17 anni. Il ragazzo di origini indiane, nato il 29 luglio del 1977 è un personaggio che ha molto dell’affascinante.

La sua storia

Ambati nacque in una famiglia di Telugu a Vellore, nel sud dell’India, ma rimase qui solo nei suoi primi tre anni perché poi la famiglia si trasferì a Buffalo, New York. In seguito la famiglia si trasferì ad Orangeburg, Caroline del Sud, e poi a Baltimora dove Ambati frequentò la scuola superiore al Baltimore Polytechnic Institute prima di trasferirsi al Baltimore City College, dove conseguì il diploma nel 1989 all’età di 11 anni, divenendo, tra l’altro, subito coautore di un libro di ricerca sull’HIC/AIDS intitolato AIDS: The True Story- A Comprehensive Guide. All’età di 13 anni si laurea in medicina alla New York University, mentre nel 1995 raggiunge il fantomatico titolo alla Mount Sinal School of Medicine dove a soli 17 anni diventa il medico più giovane del mondo.

La passione per l’oftalmologia

Appassionato di oftalmologia, completa gli studi presso l’Univeristà di Harvard viaggiando anche in paesi molto svantaggiati per praticare e insegnare chirurgia oftalmica. Non si è mai tirato indietro nell’aiutare il prossimo e nel 2011, Ambati ha donato un rene a un ragazzo di 16 anni dell’Idaho. Dal 2008 al 2016, Ambati ha lavorato al Moran Eye Center come professore di oftamologia e scienze visive, mentre dal 2017, si allena a Eugene, Oregon al Pacific Clear Vision Institute e a Ketchum, Idaho.

La testimonianza del Professor Briganti

“Fame e voglia di realizzarsi sono state la miscela esplosiva che ha dato la forza di realizzarsi ad Ambati e a tanti altri ragazzi provenienti soprattutto da zone povere come l’India – ha detto il Professore Vito Briganti, Direttore del Reparto di Chirurgia Pediatrica Neonatale dell’Ospedale San Camillo di Roma -. Quando il desiderio è forte ed è accompagnato da una sana passione per quello che si fa nulla può frenare l’uomo“. “Ad oggi, se siamo usciti da questa prima fase della pandemia da coronavirus in Italia è solo grazie all’amore e alla passione di tanti medici giovani e meno giovani che hanno messo a disposizione tutte le loro forze e capacità per salvare quante più vite umane – ha sottolineato Briganti -. Infatti, in Italia, nonostante i numerosi tagli che sono stati fatti alla sanità negli ultimi anni, è stata data una risposta diventata modello per tante altre nazioni europee e non solo. Insomma alla base del proprio successo ci deve sempre essere talento e responsabilità, ma soprattutto fame tanta fame di volercela fare”. 

Rossella Avella: