41 anni fa Sony lanciava sul mercato il walkman. Con questa piccola scatolina di plastica si rivoluzionò il modo dei giovani di ascoltare la musica. Oggi, forse, questo strumento risulterebbe ingombrante e potrebbe far inorridire un teenager qualsiasi, ma fu davvero un passo avanti. Fino a quel momento, infatti, potevano ascoltare le musicassette dei loro beniamini solo in stereo di medie e grandi dimensioni, scomodi da trasportare. L’intuizione di Masaru Ibuka, cofondatore della casa giapponese, cambiò le cose e il 1° luglio del 1979 esordì nei negozi il modello TPS-L2, di colore blu-argento e sprovvisto della funzione di registrazione, introdotta in seguito.
Come nacque il nome walkman
Si decise di chiamare il nuovo apparecchio “walkman”, con tanto di marchio registrato, traendo ispirazione da Superman. Merito del prodotto della Sony fu di rilanciare la popolarità delle musicassette, inventate nel 1963 dalla Philips. Verso la fine degli anni Ottanta, con l’avvento dei lettori CD, il walkman andò in pensione. Successivamente, però, anche i CD furono soppiantati a loro volta dai lettori digitali come l’iPod, lanciato da Apple nel 2001.
Il walkman si reinventa
A quarant’anni dal lancio del Walkman cambia il modo di fruire tutta la musica in mobilità. Per tenersi sempre al passo con i tempi da Sony lo scorso anno è arrivata un’edizione limitata del precedente riproduttore musicale che presenta il movimento del nastro solo virtualmente. Il nome del modello è NW-A100TPS e si rifà proprio all’iconico modello TPS-L2. Esteticamente i due modelli si somigliano, ma il dispositivo non può riprodurre le tradizionali musicassette: il movimento del nastro, infatti, è virtuale e riprodotto dal display HD da 3.2 pollici. Il nuovo modello, poi, è in grado di riprodurre i formati audio più diffusi e può archiviare fino a 16 GB di dati e permette anche l’ascolto della musica in streaming.