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Accadde oggi: nel 1955 moriva Einstein, il grande genio della fisica

Interris.it ricorda lo scienziato con Annalisa Allocca, fisico del progetto Virgo

Il 18 aprile nel 1955 all’ospedale di Princeton, per rottura di un’aneurisma dell’aorta, moriva Albert Einstein fisico, filosofo e accademico tedesco. Per raccontarlo e riportare ai nostri giorni il più grande fisico di tutti i tempi Interris.it ha incontrato la dottoressa Annalisa Allocca, postdoc dell’INFN – sez. Pisa, membro del progetto Virgo.

Quali sono state le principali scoperte di Einstein che hanno rivoluzionato il mondo della fisica e che influenza hanno avuto nel corso degli anni?
“Le teorie elaborate da Einstein hanno rivoluzionato il nostro modo di concepire l’Universo. Servirebbero pagine e pagine per raccontare anche solo brevemente delle sue scoperte e di come hanno rivoluzionato il mondo della fisica e non solo. La sua teoria più nota è di certo la Teoria della Relatività. La Teoria della Relatività Ristretta, pubblicata nel 1905, descrive la dinamica degli eventi che si verificano a velocità prossime a quelle della luce. Per intenderci, è quella in cui è contenuta la famosa formula E=mc2 che stabilisce un’equivalenza tra massa ed energia, che sono due modi diversi di vedere la stessa cosa. Questa costituisce una prima grande rivoluzione di prospettiva. Nonostante la straordinaria importanza e il carattere innovativo della Teoria della Relatività, il premio Nobel per la fisica gli fu assegnato nel 1921 per un’altra sensazionale scoperta, pubblicata nel 1905: quella dell’effetto fotoelettrico, in cui lo scienziato intuisce che l’estrazione degli elettroni dal metallo poteva essere spiegata solo ipotizzando che la luce fosse fatta di ‘quanti’ di energia”.

Per gli scienziati di oggi quanto conta la figura di Einstein?
“Le teorie di Einstein costituiscono la base della Fisica contemporanea, e in quanto tali fanno parte della vita quotidiana di uno scienziato. Ma oltre a questo c’è di più. La grandezza di Einstein è stata quella di essere riuscito ad esprimere delle teorie unitarie utilizzando strutture matematiche, idee, concetti già formulati da altri scienziati prima di lui. Penso che questo sia un grande insegnamento per noi scienziati (giovani e meno giovani): allargare la nostra conoscenza e utilizzare tutti i mezzi scientifici in nostro possesso per elaborare nuove teorie”.

Qual è il suo principale insegnamento?
“Quello che, secondo me, ha reso Einstein il genio che è stato, è la sua capacità di superare i pregiudizi e pensare oltre gli schemi, primi tra tutti quelli imposti dai sensi. Mi spiego: i nostri sensi ci suggeriscono che lo spazio ha tre dimensioni e che il tempo è assoluto e scorre sempre allo stesso modo. Einstein ha avuto la grande capacità di superare questi schemi così radicati nella mente umana, riuscendo così a concepire la possibilità che lo spazio-tempo intorno a un pianeta potesse ‘deformarsi’ come un lenzuolo sotto il peso di una palla da bowling. Penso che il suo principale insegnamento sia quello di non lasciarsi incatenare da pregiudizi, mai, nella Scienza come nella vita”.

Oggi può dirsi che la sua figura sia diventata un’icona pop che va oltre la Fisica?
“Credo proprio di sì. Einstein è diventato l’icona del genio “irriverente” (basti pensare alla famosissima foto della linguaccia), o più che altro il genio che non si cura troppo dell’etichetta e del giudizio degli altri perché forte della propria intelligenza”.

Nel 2017, tre ricercatori del team LIGO-Virgo con cui collabora, hanno vinto il premio Nobel per la ricerca sulle onde gravitazionali. Come si è evoluto lo studio di queste ultime dai tempi di Einstein ad oggi?
“Una delle previsioni della Teoria della Relatività Generale è quella delle onde gravitazionali. Per convincersi della loro esistenza, lo stesso Einstein impiegò più di vent’anni. Circa un secolo dopo la loro teorizzazione, le onde gravitazionali sono state rivelate per la prima volta ad opera della collaborazione LIGO-Virgo di cui faccio parte. Le onde gravitazionali sono increspature dello spazio-tempo che potremmo visualizzarle come piccole onde che si sviluppano e si propagano sulla superficie di un lago quando vi gettiamo un sassolino. La rivelazione delle onde gravitazionali è stata una scoperta sensazionale, e ha lasciato attoniti noi per primi! I rivelatori di onde gravitazionali sono strumenti sofisticatissimi, per mettere a punto i quali sono stati necessari più di trent’anni, e una tecnologia sempre più all’avanguardia, in molti casi sviluppata appositamente per gli strumenti stessi. D’altronde la ricerca scientifica pura, mira proprio alla conoscenza delle leggi di natura al fine di arricchire la conoscenza del genere umano”.

Prossimi obiettivi per il futuro?
“Grazie alla rivelazione delle onde gravitazionali è iniziato un modo completamente nuovo di fare astronomia, chiamata astronomia multimessaggera: infatti, mentre finora abbiamo osservato l’universo grazie ai segnali elettromagnetici rivelati dai telescopi di ogni tipo, ora possiamo anche ‘ascoltarne’ il suono grazie alle onde gravitazionali. Il nostro obiettivo per il futuro è dunque quello di continuare a migliorare la sensibilità dei nostri strumenti, arricchire la rete di rivelatori mondiali con l’aggiunta di nuovi rivelatori in Giappone e in India, e costruirne di nuovi con tecnologie ancora più avanzate, in modo da migliorare ulteriormente la nostra sensibilità. Insomma, siamo solamente agli albori di una nuova astronomia, il futuro è tutto da costruire, e ha l’aria di essere molto entusiasmante!”.

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