I primi successi
Dalla cronaca nera passa alla cronaca giudiziaria, «prima la Pretura, poi il Tribunale, poi la Corte d’Assise», e si occupa di processi anche importanti. Poi si dedica ai fatti di costume, avvicinandosi al mondo della moda e dello spettacolo (in un celebre articolo del 7 dicembre 1948, descrive le prime sfilate di Dior che hanno come sfondo una Firenze in lenta e difficoltosa ricostruzione). Così prima di approdare al romanzo e al libro, Oriana Fallaci si dedicò prevalentemente alla scrittura giornalistica raggiungendo quella fama internazionale ben meritata, perché a lei si devono memorabili reportages e interviste, indispensabili analisi di alcuni eventi di momenti di storia contemporanea.
Le interviste storiche
Fra gli exploit più memorabili è da ricordare la sua infiammata intervista all’Ayatollah Khomeini, leader del regime teocratico iraniano e poco incline a riconoscere diritti e dignità alle donne, contrariamente alla Fallaci, che è sempre stata all’avanguardia in questo genere di rivendicazioni. Da ricordare inoltre l’incontro con Henry Kissinger, indotto dalla giornalista, con incalzanti domande, a parlare di argomenti mai affrontati con altri interlocutori, come alcune questioni riguardanti la sua vita privata (in seguito la stessa Fallaci ha dichiarato sorprendentemente di essere estremamente insoddisfatta di questa intervista, vissuta come una delle sue peggiori riuscite). In seguito la summa dei colloqui con i potenti della Terra viene raccolta nel libro “Intervista con la storia”. “Su ogni esperienza personale lascio brandelli d’anima e partecipo a ciò che vedo o sento come se riguardasse me personalmente e dovessi prendere una posizione (infatti ne prendo sempre una basata su una precisa scelta morale)” ha dichiarato durante i periodi d’oro della sua carriera. Secondo, sempre, quanto da lei stessa riferito l'”input” che in genere la induce ha prendere carta e penna: “è quello di raccontare una storia con un significato […], è una grande emozione, un’emozione psicologica o politica e intellettuale. ‘Niente e così sia’, il libro sul Vietnam, per me non è nemmeno un libro sul Vietnam, è un libro sulla guerra”.
La morte
Da tempo sofferente di un male incurabile Oriana Fallaci è scomparsa a Firenze all’età di 77 anni il 15 settembre 2006. Il suo ultimo lavoro, intitolato “Un cappello pieno di ciliege”, uscirà poi nel 2008 e racconta la storia della famiglia Fallaci su cui Oriana aveva lavorato per oltre dieci anni. Il libro viene pubblicato su ferma volontà di Edoardo Perazzi, nipote ed erede universale di Oriana Fallaci, il quale ha seguito precise disposizioni riguardo alla pubblicazioni.